Mi
dilungherò un po’ di più sull’anno scolastico 1966/1967, perché ho del
materiale e perché è stata la quinta elementare con il maestro Angelo Visconti.
Non ho foto di classe di quell’anno, quindi sfrutto quella di mia fratello
Marco, che ebbe Visconti per ben tre anni. Un maestro all’antica, elegante,
signorile, severo, con tanto di bacchetta. Amavo molto la sua cannuccia con
pennino, l’inchiostro rosso che usava per i voti, la sua grafia, soprattutto
quando scriveva dall’otto in su, ma non regalava certo i voti e i dieci
arrivavano ogni morte di Papa. Ho conservato tre quaderni della mia quinta,
ogni tanto rileggo i temi, torno a quel tempo. Aveva diviso i banchi in file.
In quella dei bravi sedevano Lorefice, Vedani, Amatulli, Coppola, Zanzi e
Tenca. In quella dei bravini Mazzoleni, Rossi, Canedoli, Giannelli, Guarnieri e
Miraglia. In quella degli incerti Mirabito, Calaciura, Caravati, Bertottilli e
Gavioli. In quella degli asini Cornelli, i fratelli Ramondino, Ferioli e
Marchiorato. Era arrivato forse proprio in quinta Massimo Bertottilli, che sarà
uno dei miei migliori amici alle medie. Ricordo che il maestro bacchettava
soprattutto Claudio Mazzoleni, che era spesso agitato e giocherellava con gli oggetti
sul banco. Una mattina prese quegli oggetti e li fece volare giù dalla
finestra. Non ricordo nulla degli esami. Sul libretto scolastico così scriverà di
me Angelo Visconti: ‘Alunno serio,
disciplinato, dotato di buona intelligenza, che completa con una continua e
costante applicazione nello svolgimento di ogni suo dovere. Promette bene per
gli studi futuri.’
10-continua
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