venerdì 29 luglio 2016

La mia scuola - 11


L’anno scolastico 1967-1968 mi condusse alla scuola media ‘Augusto Righi’, con doppio ingresso: via Como per i maschi (foto), via Rainoldi per le femmine. Una sola sezione era mista, quella dove stava il mio amico Gigi Alberti, che invidiavo. Non avevano ancora edificato la media Salvemini di via Brunico, che per me sarebbe stata più comoda, quindi la Righi era la scuola più vicina. Ci andavo a piedi. Alle medie principiò quella che sarebbe stata una mia caratteristica, così denunciata dai prof: “Bravo, sì, ma potrebbe fare di più.” In effetti la passione per la ginnastica artistica e per lo sport in generale mi stava coinvolgendo, rendendo meno appetibile la fatica dello studio. Per dirla in pillole: sognavo di andare alle Olimpiadi, non di diventare un cervellone, un luminare. Ritrovai molti compagni delle elementari, fra i quali quel Massimo Bertottilli, mio amico del cuore. Tutte le mattine passavo da casa sua (abitava in via Cairoli, in un palazzo di nuova costruzione), salivo su all’ultimo piano, entravo, oppure lui mi raggiungeva sotto. Era una famiglia benestante, nutrivo una certa soggezione. Suo fratello, di qualche anno più grande di noi, portava i capelli molto lunghi, vestiva con tuniche, pareva Gesù di Nazareth. Fu tra i primi ‘capelloni sessantottini’ di Varese.

11-continua 

2 commenti:

  1. "sessantottini" va bene ma perché "cappelloni" che il cappello non lo portava nessuno?

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  2. si in effetti ho messo una p in più..capelloni!!!!

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