In
estrema sintesi potrei scrivere così: credo in Dio, la trascendenza mi
appartiene, anche volendo, non potrei più liberarmi di Lui. A quale Dio? Credo
nel Dio cristiano perché qui sono nato e questo Dio ho incontrato. Stop. Ogni
altra parola è un di più. E’ filosofia, dialettica, inutile tentativo di
sintesi, di conciliazione, di mediazione, di razionalizzazione. Vano artificio
per trovare pace interiore, sicurezza per il momento della prova. Scrivo altro
solo perché sono pensieri che ho dentro e mi piace condividerli. Lo dico qui,
in anticipo: in caso di persecuzione, di invasione dell’Islam a Varese e conseguente
richiesta di rinnegare la propria fede, sarei il primo a farlo. Non rischierei
la vita per il Dio di Gesù Cristo. ‘Ma come?’ mi direbbero. ‘Noi sappiamo che tu
eri un cattolico praticante, Messa, Sacramenti…non ti vergogni, per il solo
prezzo della vita, a rinnegare la tua storia di fede?’ E io risponderei che in
tempo non sospetti, in piena coscienza e lucidità, ho scritto alcune cose sull’argomento.
So che non basterebbe, so che il fanatismo non è ragionevole, ma tenterei in
ogni modo di dimostrare che non ho mai
perseguitato l’Islam né altra religione, che da un certo momento in avanti non
ho più pensato che il mio fosse il Solo, l’Autentico Dio, la pienezza della
rivelazione (rispetto alla parzialità di altre fedi). Perché questo è, questa è
la mia verità. Ho bisogno di pregare, ho bisogno di una chiesa, di silenzio,
magari anche di un rito (sempre meno) e a Varese, la mia città, sono cresciuto in ambiente cattolico, e qui resto. ‘Ma i tuoi
dubbi non ti permettono di vivere coerentemente ciò che la Chiesa cattolica ti ‘impone’
di credere…’ Già.
54-continua
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