Ripropongo oggi un mio Pensieri & Parole del 2006, pubblicato sul quotidiano La Prealpina. Cronaca di un insuccesso. Era il tempo in cui, fra le altre cose, amavo organizzare incontri pubblici, per favorire il dibattito, il confronto su temi a me cari.
LA SALA VUOTA
Dopo qualche tempo, riprendo la mia rubrica
Pensieri&Parole (oltre dieci anni di anzianità) da questa nuova
collocazione nel quotidiano. E la riprendo con l’ammissione di una sconfitta.
Perché il dialogo con il lettore non può riguardare solo una faccia della
medaglia; con il lettore non ci si imbelletta, bisogna mostrare il volto anche
senza trucco. Anche quando una manifestazione che noi abbiamo organizzato va
male. E’ il caso del dibattito ‘Carta straccia?’, che avevo pensato per venerdì
9 novembre a Villa Recalcati. Ore di impegno per preparare al meglio la serata,
occasione di dibattito sul futuro dell’informazione, a partire dalla crisi dei
giornali su carta. Chi è pratico sa che quando si organizza un evento si chiede
soprattutto una cosa: che venga qualcuno ad assistervi. Così, se l’incontro
inizia alle 21, già un quarto d’ora prima si è alla porta della sala, sperando
nell’affluenza. Quando alle 21 non c’è ancora nessuna il segnale non è
incoraggiante, ma l’esperienza mi ha insegnato che il grosso arriva, se le cose
vanno bene, nel quarto d’ora fra le 21 e le 21.15. Certo, se (come è capitato
lo scorso venerdì) alle 21.20 non c’è ancora nessuno, non è che si possa
nutrire altra razione di speranza. E’ andata così: tre spettatori, e tre
relatori. In incontri da me organizzati, non ero mai caduto così in basso. Una
volta soltanto, ma non avevo scomodato la bellissima sala di Villa Recalcati,
ero in un ambiente assai più modesto. La responsabile della Provincia, padrona
di casa, addetta all’apertura della Villa, forse per rincuorare il mio
sconforto dice: “Un’altra volta è capitato così, e pensi che era stato
predisposto anche il rinfresco. Non è venuto nessuno.” Mi consolo, almeno
quella spesa è stata evitata. Incontro sospeso, relatori più che comprensivi
con il sottoscritto, pubblico che s’è trattenuto con noi a dialogare. Che dire?
Non faccio piagnistei o lamentazioni, come certi preti che si lagnano con chi
non va a Messa, ma fanno le rimostranze ai presenti. Probabilmente si sono
sommate una serie di circostante sfavorevoli, che hanno allontanato –come il
vento che tirava quella sera- i possibili uditori da piazza Libertà, a Casbeno.
Un nome (libertà) quanto mai emblematico: ognuno è libero di fare le scelte che
crede, partecipare o non partecipare, come io sono stato libero di organizzare
un dibattito, correndo il rischio di una sala vuota. Gaber cantava: ‘Libertà è
partecipazione’; non all’incontro ‘Carta straccia?’, evidentemente.
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