Il
1998 si aprì con il mio desiderio di partecipare ancora una volta al Premio
Chiara. Nonostante la delusione patita al primo tentativo, credevo di poter
avere un’altra possibilità, ingenuamente trascurando il fatto che ben difficilmente
un autore varesino avrebbe potuto entrare in finale in un Premio nato e
cresciuto a Varese, per ovvi conflitti di interesse. Ma allora andavo a tutta
ed ero troppo sicuro della validità della mia narrativa. E in effetti era
piuttosto ingenuo anche l’editore Pietro Macchione, al quale mi rivolsi,
perorando la mia causa e promettendo che avrei partecipato al Chiara. Non so se
fu quello il motivo principale oppure (sapendo che avrei fallito) fu il fatto
che in ogni caso Macchione credeva alla mia scrittura e ad un mio libro, fatto
sta che accettò, gli feci avere tredici racconti brevi che avevo scritto nell’ultimo
periodo, tutti abbracciati dal tema dell’amore, e il libro uscì in primavera,
in tempo per partecipare al Premio. Volevo intitolarlo ‘Da amor a Roma’, come a
dire che con il termine amore si intende una cosa ma anche il suo contrario,
amore come massima donazione di sé e come massimo egoismo per sé. A Macchione
non piaceva. Discutemmo un po’ e poi lui tirò fuori ‘Fax d’amore’, che suonava
bene. Curai io stesso la copertina, copiandola spudoratamente dalle copertina
della narrativa Einaudi. Comunque il risultato non fu malvagio. Uscirono anche parecchie recensioni, favorite
dal fatto che avevo ormai molti amici fra i giornalisti locali. Grazie all’appoggio
del Comune di Varese, il 18 aprile 1998 organizzai una presentazione alla
Palazzina della Cultura, invitando l’assessore alla Cultura Giuseppe Armocida,
l’ex sindaco Raimondo Fassa, il poeta e romanziere Silvio Raffo e l’editrice
Sara Macchione. Coinvolsi persino il mio amico pasticciere Antonio Maculan, che
si rese disponibile ad offrire il rinfresco. Insomma, mi diedi da fare e in
effetti la sala era piena.
Mi
pare inutile sottolineare che non arrivai nella terna al Premio Chiara. Cercai di
evitare l’errore commesso con ‘Luzine’, cioè troppe presentazioni in città. Però
pensai che un’altra presentazione ci poteva stare, così la organizzai il 20
ottobre al Circolo di Bosto, coinvolgendo i miei amici Carla Rossi e Riccardo
Prando. Fu un buco clamoroso, una sala assolutamente vuota. E ci rimasi davvero
male.
54-continua
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