Siamo
al 2001. Parlare del mio libro ‘Varese-Il bianco e il nero’ significa ricordare l’amico Luigi
Orrigoni, morto prematuramente. Industriale, fondatore della catena di supermercati
Tigros, uomo dal carattere non facile, uomo senza dubbio generoso, mi invitò
dapprima a far parte del Panathlon Club Varese, poi si dimostrò da subito attento
alla mia scrittura. Ci eravamo conosciuti durante la stesura del libro ‘Cara
Castronno’, che probabilmente gli era piaciuto. Così, quando gli proposi una
sponsorizzazione per il mio nuovo libro, accettò. Visto il buon successo del
mio precedente volume con Carlo Meazza (Varese, parole e immagini di un luogo
amato), avevo pensato di scriverne un altro, raccogliendo i ‘Pensieri & Parole’
degli ultimi due anni, alcuni racconti brevi, alcune poesie e le foto in bianco
e nero di Carlo Meazza. Ne parlai con l’editore Macchione, che si dimostrò
collaborativo. Curai con particolare rigore i testi, la grafica, scegliendo una
tipografia più affidabile. Ci furono due presentazioni. La prima il 5 dicembre
2001, in Salone Estense, con la presenza del vicesindaco Anna Maria Bottelli,
del vicario episcopale Mons. Marco Ferrari, di Luigi Orrigoni, della docente
Carla Rossi, del fotografo Paolo Zanzi, del poeta dialettale Natale Gorini, del
narratore Riccardo Prando e del giornalista Fausto Bonoldi. Mi soffermo su
quest’ultimo perché era diventato lui, in quegli anni, il responsabile delle
pagine di Varese del quotidiano La Prealpina, lui che dava il la alla
pubblicazione dei miei corsivi. Sua, infatti, la presentazione al libro, che
così inizia:
Me lo trovo accanto
all’improvviso, nella luce incerta del primo mattino, lungo l’ultimo tratto di
strada comune verso la scuola dei nostri figli, e senza parlare mi infila nella
tasca della giacca o del cappotto un foglio accuratamente piegato in quattro.
La prima volta sono rimasto stupito e gli ho domandato perché mai, per
consegnarmi l’ultima puntata di ‘Pensieri & Parole’, mi avesse teso un
agguato. Poi ho capito che il suo fare furtivo era una spia del pudore che
contraddistingue chi, in questo nostro mondo distratto, si ostina ad avere dei
pensieri e non bara con le parole…
62-continua
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