Ora
si trattava di presentare il mio romanzo per ragazzi alla città. Avevo
conosciuto Roberto Piumini grazie al Premio Chiara, l’avevo intervistato per La
Prealpina, ero abbastanza in confidenza. Non starò qui a descrivere chi è
Roberto, perché è senz’altro fra gli scrittori per ragazzi più noto in Italia,
e non solo. Il Comune di Varese mi diede la sala, la Palazzina della Cultura, e
pagò lo scrittore, che si dimostrò, come suo costume, simpatico e brillante.
Per me fu davvero bello avere lui, quel sabato pomeriggio, 30 ottobre 1999:
cantammo anche le sue canzoni del volume Il Cantastorie, un pomeriggio ben
riuscito. Le recensioni al libro non mancarono, e non solo della stampa locale.
Il romanzo ebbe ampia diffuzione. Per alcuni anni ricevetti regolarmente, alla
fine dell’anno, la nota delle copie vendute, con relativo accredito. Non erano
cifre confortanti. Dopo qualche anno la collana venne chiusa, mi contattarono dalla
SEI per dirmi se volevo le copie rimaste, ad un prezzo ridotto, prima di
mandarle al macero. Ne acquistai qualche copia, non tutte. Non vi fu successo
commerciale, lo ammetto, ma resto convinto della bontà di quel lavoro, uno dei
miei scritti realizzato con meno fatica, direi quasi con gioia e leggerezza.
Per la prima volta lasciavo libero sfogo alla fantasia, staccandomi per un
attimo dal reale. Un toccasana, una piccola liberazione.
59-continua
Nessun commento:
Posta un commento