Non
fu facile il mio esordio da prof. in quel di Arcisate. Ragazzi difficili
soprattutto in succursale, dove trovavano alloggio gli alunni provenienti da
Brenno e da altre frazioni. Il fatto di vedere un docente giovane non mi
aiutava: i capelli bianchi hanno il loro potere, io avevo lunghi capelli
castani, e riccioli, allora. E proprio in quel primo anno il brutto episodio
dell’alunno Xamin. Era un ragazzo pluriripetente, alto come me se non di più,
il classico bullo che non parla molto ma agisce. Non so bene per quale motivo,
il 27 febbraio 1980 ci fu una discussione, si avvicinò e mi diede uno spintone.
Per fortuna imprigionai subito la mia reazione istintiva. Parlando con la
preside, decidemmo di non dare troppo risalto all’evento, non so bene quale fu
la punizione data al ragazzo, non ricordo se poi venne promosso oppure no, per
me certo fu un colpo duro da digerire. Alternavo giornate con grandi
soddisfazioni professionali, ad altre nelle quali mi colpevolizzavo per ciò che
non riuscivo ad ottenere, rimpiangendo di non aver scelto un altro mestiere.
Sempre grazie alle agende leggo di un corso di aggiornamento di rugby, sport
che non ho mai amato e che non ho mai proposto ai miei alunni, salvo proprio lì
ad Arcisate. Partecipammo ai Giochi della Gioventù di atletica, calcio, basket
e volley: vittorie e sconfitte, una clamorosa a volley contro la Scuola
Europea, come ai tempi della mia terza media e della ‘Sghemba’: ma questa volta
ero il coach. E sempre per ciò che riguarda la pallavolo, il 5 giugno
organizzammo una sfida prof-alunni (foto), con vittoria risicata dei docenti. E
così anche il mio primo anno ad Arcisate si concluse.
35 - continua
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