Del
primo periodo Isef ricordo certamente l’emozione della consegna della tuta,
della borsa e delle scarpe. Una tuta (se ben ricordo) blu scura o nera, con
stemma, di fattura antica, una borsa nera e un paio di scarpe adidas bianche.
Le lezioni teoriche, con maschi e femmine insieme, si tenevano in via S.Agnese,
sede staccata molto vicina all’Università Cattolica del Sacro Cuore, mentre le
lezioni pratiche ci obbligavano ad una lunga trasferta sino al Centro Sportivo ‘Fenaroli’
di viale Suzzani, zona Bicocca. Scendevo dal treno a Bovisa o Bullona, dovevo
utilizzare prima un filobus e poi un tram. Fra i prof. più noti, non posso non
citare Sandro Calvesi, allenatore di atletica leggera. Era stato l’allenatore
fra gli altri del grande ostacolista Eddy Ottoz, medaglia sui 110 ostacoli nel
1968 alle Olimpiadi di Città del Messico. Eccolo in foto proprio mentre allena
Eddy al Fenaroli e sempre con Eddy e un altro nazionale non so dove. Per certi
versi era un tipo alla Cesare Revelli, consapevole di aver raggiunto grandi
risultati come allenatore. Ormai sul viale del tramonto, era un tipo che
metteva soggezione. Non posso non citare che nel primo anno, durante una lezione
di atletica, ci fece fare un test sul salto in alto e lì feci il mio record
personale: 1.80. Non giurerei sulla veridicità della misura, so però che
rischiai seriamente di finire fuori dai materassi. Ma la soddisfazione fu
grande. Sempre Calvesi era noto per le due prove iniziali: la piscina e le
collinette. Prove di resistenza, dentro e fuori la piscina vuota del Fenaroli,
e sempre di corsa su alcune collinette vicino al Centro. Lì mi infangai tutte
le scarpe nuove e mi arrabbiai. Per stare alle lezioni pratiche, avevamo
Raimondo Albricci per la ginnastica artistica, uno dei fratelli Mangiarotti (un
mito anche lui) per la scherma, per il basket mi pare un certo Trevisan,
Morandi per la pallavolo, poi Tonetti, Spinaci per il nuoto (nella piscina del
parco Solari). Nessun problema nella ginnastica artistica, me la cavavo anche
nel basket e nel volley, qualche problema in più nel nuoto, soprattutto rana e
delfino. Ricordo l’acqua sempre gelida. Avevamo lezione il lunedì mattina. C’erano
studenti che arrivavano da molto lontano. Ad esempio un certo Poloni, che
giocava a hockey in serie A e nella nazionale. Arrivava distrutto, con gli
occhi pesti, dormiva in acqua, era cotto.
25-continua
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