Ora
di ginnastica: la mia preferita. Delle due ore la settimana, una si svolgeva
nella piccola palestra della Righi, l’altra nella palestra più grande,
condivisa con altre scuole. Il prof. Secchia, sapendo che praticavo ginnastica artistica,
mi usava come modello negli esercizi di avviamento motorio, dicendo spesso: ‘Guardate
il modello, quanto è bello!’ Non ricordo se provavo più soddisfazione o più
imbarazzo per quella frase. Ricordo che la mia divisa era una ‘argentina’
bianca e pantaloni corti blu. Mia mamma chiamava quella felpa a manica lunga ‘argentina’
non so il perché. Nella palestra grande ricordo le partite a basket e le mie
azioni da ‘veneziano’, con veloci corse a tutto campo. Nella palestra piccola
ricordo il salto in alto all’italiana, con arrivo in piedi, le salite alla fune
e alla pertica, le partite a pallavolo. Per ciò che riguarda il volley, ricordo
in terza media (anno scolastico 1969-1970) la nostra partecipazione alla
seconda edizione dei Giochi della Gioventù, con una squadra chiamata dal prof.
Secchia ‘sghemba’, proprio perché niente affatto competitiva. Infatti, al
Palazzetto dello Sport ‘Lino Oldrini’, fummo stracciati dalla Scuola Europea
del mitico prof. Cattaneo (eccoci insieme in foto, molti anni dopo). Per un
certo periodo le due ore vennero sostituite dal nuoto, con l’utilizzo della
piscina Comunale di via Copelli, nuova di zecca. Per la prima volta mi tuffai
nella piscina profonda, ‘arrancando’ in bracciate a stile libero con un minimo
di tecnica. Fra i compagni, ricordo che Dino Lorefice aveva più di una
difficoltà in ginnastica, che Enrico Giannelli teneva i capelli piuttosto
lunghi (tanto che il prof. diceva –Giannelli, che bei capelli!-), che il mio
amico Massimo Bertottilli eccelleva nel nuoto.
13-continua
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