E
siamo all’anno scolastico 1974-75, terza liceo, l’anno della maturità. Cambio
di prof. in latino e greco: se ne va Pariani, arriva De Blasio (o Di Blasio), giovane,
preparata, ho un buon ricordo di lei. Come sempre ci si ricorda di alcuni
aneddoti, di eventi particolari e non della quotidianità. Ricordo allora una
ricerca sul lago di Varese, coordinata dalla mitica professoressa Clara Guidi:
lì feci le mie prime interviste, ad alcuni pescatori. Ricordo poi la tesina d’esame
che la Di Cristina, prof. di lettere, ci aveva chiesto. Fu lei a farmi
conoscere lo scrittore Ignazio Silone, lessi alcuni suoi romanzi, gli
telefonai, mi scrisse anche una lettera autografa. Purtroppo quella tesina è
sparita, sarei felice di ritrovarla. Poi ricordo, sempre con la Guidi, la mia
gaffe clamorosa durante una interrogazione di chimica: non ricordavo il nome di
un acido, Marco Aveta me lo suggerì, non so se volutamente sbagliato (l’infame!)
o se fui io a capire male il suo dire, fatto sta che uscì un improbabile acido
tartritico, che regalò molto umorismo alla classe, un po’ meno alla prof. che
mi punì con un voto poco decoroso. Ma nel complesso studiavo con una certa
continuità, anche perché era lo scatto finale. Ed eccoci alla maturità. Membro
interno la già citata Di Cristina, presidente esterna una donna ancora una
volta del sud, secca e vivace. Degli scritti ricordo poco, se non la già più
volte ricordata gaffe nel tema di italiano, dove il furor michelangiolesco
divenne una mai sentita ‘terribìlitas’, ma a parte ciò il tema non fu male,
latino non era greco quindi andavo decentemente, ma il mio riscatto arrivò all’orale.
Ancora ricordo: vestivo una camicia bianca con maniche risvoltate, faceva
caldo, forse jeans. La presidentessa restò probabilmente colpita dalla mia
ricerca su Silone, la mise più sul personale che sul nozionistico, parlai anche
della mia esperienza di fede con gli amici della Shalom, fui stranamente fluido
nell’eloquio (come si sa non è una mia caratteristica, infatti scrivo),
certamente convincente se il voto finale di maturità fu un clamoroso 48/60,
media dell’otto (vedi foto del diploma), quarto della classe (due 60, Giulio De
Palma e Sala Matilde, e un 50, Isa Meani), poi il sottoscritto. Molti miei
compagni più meritevoli di me rimediarono 38/60…40/40…e ci rimasero male. Lasciai
quindi il ‘Cairoli’ a braccia levate, con piena soddisfazione. Incerto sul
futuro.
23-continua
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