domenica 7 agosto 2016

La mia scuola - 17



Due parole se le merita il preside dei miei anni liceali, Felice Bolgèri detto Cacio, non so bene il perché. Un preside vecchio stampo, sempre in giacca e cravatta, un uomo che ricordo innocuo, di poco polso. Ogni tanto sentivamo la sua voce, per qualche avviso che arrivava all’altoparlante. Solo dopo il liceo venni a sapere che in anni giovanili Bolgeri era stato anche uomo di coraggio, tanto da rinunciare al suo ruolo di docente, pur di non firmare atto di fedeltà al fascismo. Ed eccoci alla prima liceo, anno scolastico 1972-1973, l’anno dei nodi che vennero al pettine. Cambio di prof. In greco e latino arrivò Mario Castiglioni, e mi soffermo subito su di lui. Non so per quale ragione non ci fu simpatia fra noi, reciprocamente. Un tipo già di una certa età, magro, alto, severo, poco sorridente. Nei miei ricordi è un prof. triste, ma più che altro rese triste me. Le cose per greco e latino cambiarono, ovviamente. Il prof. si rese conto della nostra ignoranza, le basi non erano state costruire, la casa non aveva fondamenta: come affrontare i classici? Sotto a studiare. L’abitudine dei fogliettini durante i compiti in classe continuò, ma ovviamente tutto era più difficile, il controllo di Castiglioni accurato. Per farla breve, pur con un cinque e mezzo di media (e unica materia) mi rimandò a settembre con Greco. Ricordo come fosse oggi. Venne a chiamarmi il mio amico Gigi Alberti, che guidava una moto Aletta. Decidemmo di andare a vedere se avevano esposto i voti finali. Probabilmente Gigi aveva già visto la mia triste sorte, ma nulla disse. Arrivai, lessi e ci rimasi molto male. A casa c’era mamma Ines che stava stirando. Non si scompose più di tanto, probabilmente disse: ‘Peccato, dovrai studiare anche in estate!’ Certamente le procurai una delusione. Il più triste ero io, ovviamente. Un colpo alla mia autostima. Ma in fondo me l’ero cercata (gli anni precedenti), quindi avevo poco da recriminare. Se era ingiusto quell’esame, una carognata del triste Castiglioni, quella era la punizione per ciò che non avevo fatto prima. Rinunciai alle vacanze con gli amici Shalom in Val Gardena, mi accontentai delle vacanze con la famiglia in Val d’Aosta e via, sotto a studiare. Superai lo scoglio con un misero sei a settembre. Ma la lezione mi servì.       

17-continua

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