venerdì 4 marzo 2016

La mia scrittura - 50



Il 1996 è anche l’anno del mio incontro con Andrea Vitali. Mio coetaneo, l’avevo seguito nei suoi esordi letterari, vincitore del Premio Mont Blac. Un vincente come scrittore (non so come medico a Bellano, professione che ha esercitato e forse ancora esercita), che proprio nel 1996 partecipò al Premio Chiara con la raccolta di racconti ‘L’ombra di Marinetti’, vincendo, naturalmente. Ormai seguivo da anni il Premio come giornalista del Luce, così incontrai Andrea alla cerimonia di premiazione, non ricordo se al Castello di Masnago o al Chiostro di Voltorre. Lo intervistai, lui mi regalò il suo ultimo romanzo, ‘Un amore di zitella’, edito dalla Periplo, una piccola casa editrice del lecchese, la stessa che gli aveva pubblicato il libro, vincitore del Chiara. Qualche tempo dopo scrissi la recensione di quel romanzo, che uscì su La Prealpina. Ho quindi assistito in diretta alla partenza alla grande del narratore Andrea Vitali, che da quel momento trovò in Garzanti il suo nido. ‘Un amore di zitella’ venne ripubblicato proprio da Garzanti, e lì cominciò il suo successo oltre i confini lombardi. Un libro all’anno, migliaia di copie vendute, il nuovo Piero Chiara del Lario: in un certo senso siamo diventati amici. Ora non invidio più il suo successo, l’età regala saggezza. Ma allora un po’ di invidia la covavo per Andrea. Invidia relativa, anche perché il vantaggio della mia narrativa è che non ha recinti, limiti, obblighi di stile e di contenuti. Credo che Vitali un po’ abbia sofferto e soffra il dover seguire un filone di successo, con narrazioni simili, nell’ambiente, nei personaggi, nel periodo storico, nelle tematiche. Non so, magari è solo una mia illazione, e certamente lui non confesserebbe mai questa ‘costrizione’. Comunque rivedo volentieri Andrea di tanto in tanto, lui mi sorride: “Come va?” “Bene” gli rispondo “continuo a scrivere.” E mi fermo lì. 

50-continua 



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