ph carlozanzi
Nella bella sede di VareseVive è stato presentato il volume 'Il miraggio dell'italiano nuovo', scritto da Ernesto Restelli, che si avvale di una ricca documentazione iconografica raccolta da Aldo Tronconi, appassionato collezionista e ricercatore del passato. Il libro (una strenna natalizia di pregio) è stato voluto e stampato (per le Edizioni Lativa) da La Tipografica Varese, come segno di riconoscenza per i 90 anni di attività. Quattro generazioni di stampatori-editori, a cominciare nel 1927 da Pietro Giuseppe Redaelli, quindi il figlio Ernesto e poi il nipote Giuseppe e infine il pronipote Gianandrea che, insieme a papà Giuseppe, porta avanti oggi l'impresa di famiglia.
Di che miraggio si tratta? Del sogno vagheggiato da Benito Mussolini, che avrebbe voluto una scuola capace di forgiare, a partire dalle elementari, i nuovi italiani, tutti coraggio, forza, amor di Patria e moschetto in mano, i futuri combattenti dell'italico impero. Si tratta della storia della scuola italiana del Ventennio, ricostruita (nel modo più oggettivo possibile) attraverso i documenti ufficiali e soprattutto le immagini. Nessuna presa di posizione, né pro né contro. Del resto l'argomento è delicato, e lo ha sottolineato l'editore Giuseppe Redaelli, indeciso se far seguito alla proposta dell'autore, soprattutto in considerazione del fatto che nonno Pietro Giuseppe non era certo un fascista convinto. Ma si occupò molto di pubblicazioni scolastiche, quindi perché no, se il volume parla di scuola? Ma anche lo scrittore Restelli (una ventina di volumi pubblicati fra il 1981 e il 2017) si è premurato di mettere le mani avanti: "Uno potrebbe pensare" ha detto in sede di presentazione "che se un libro sulla Ferrari lo scrive un ferrarista, e uno sul Milan lo scrive un milanista, un libro sul fascismo lo debba scrivere un fascista, ma non è così..." e via a precisare che si tratta di un lavoro sui testi e sulle immagini. Del resto abbiamo una ricca introduzione di Franco Giannantoni (uno dei massimi studiosi varesini della Resistenza e dell'Italia Repubblicana), una prefazione di Enzo R. Laforgia (Presidente della Commissione cultura del Comune di Varese), una Nota dell'Editore e una Postfazione di Franco Maccagnini, docente di Storia e Filosofia. Nessun rischio di apologia.
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