Ecco puntuale, come ogni anno, il racconto natalizio del mio amico Simone. E' il suo modo di fare gli auguri. Che ricambio con gioia.
Il miracolo di Natale
Era una di quelle
mattine in cui dicembre si ricordava improvvisamente di essere un mese della
stagione fredda e nebbiosa, e dal lago infatti la coltre era risalita fino al
paese, avvolgendo tutte le cose, che apparivano lentamente, come ombre, dalle
forme familiari alla donna che stava camminando con passo svelto verso la
chiesa.
Entrando, si fece il
Segno della Croce e puntò decisa verso la sacrestia, convinta che la messa
fosse finita da poco tempo. Si sbagliava, perché entrando vide il vecchio
Rampetti, intento a riporre i paramenti.
“Anna, buongiorno!”
disse, causando un certo stupore nella donna, convinta che non l'avrebbe
riconosciuta. “Don Luca non c'è, dopo la messa del mattino esce col servizio
segreto. Però lei lo aspetti qui, sulle prime panche. Ogni giorno rientra, per
pregare ancora un momento, e digerir le chiacchiere...”
Anna ricordava bene
l'acuta ed intelligente ironia del sacrestano, e se ne rallegrò, mentre si
sedeva ad aspettare.
Di lì a poco, Don
Luca comparve, con la faccia scura. Era un uomo buono, ma il carattere che il
buon Dio gli aveva assegnato talvolta lo rendeva instabile nell'umore, bastava
una contrarietà a renderlo un po' acido.
D'altra parte però,
era sufficiente una sosta in preghiera davanti al Tabernacolo per rimetterlo
sui binari.
Avvenne così anche
stavolta, e si accorse della presenza della donna.
“Anna, ciao. È un
bel pezzo che non ti fai vedere in chiesa, hai abbandonato Dio?”
“Scusi Don Luca, ma
non esiste solo questa chiesa al mondo, e non sono venuta qui a giustificarmi
con lei per il fatto che non mi vede spesso qui.”, rispose innervosita, e non
aggiunse di proposito che andava tutte le mattine in chiesa dopo essere
arrivata al lavoro, fatta la sua bella ora di treno.
Don Luca capì che la
sua leggendaria capacità di lanciare battute simpatiche aveva fatto la consueta
cilecca, e rimediò: “So che sei molto impegnata infatti, e sono molto contento
che tu oggi abbia trovato il tempo di venire qui. Cosa posso fare per te?”
“Mio padre. È
ammalato.”
“Lo so, me lo hanno
detto. Ho cercato di andare da lui, ma non mi ha fatto aprire la porta dalla
badante, anche l'altro giorno per la benedizione di Natale. Non so proprio cosa
fare, se non continuare a pregare per lui”.
La donna sospirò:
“Da quando è morta la mamma ha deciso di non fare entrare più nessun prete in
casa, e di non andare più in chiesa. Dice che è arrabbiato con Lui, e che...”
“Lo so, lo so...e
non sai quante persone ho cercato di mandargli, visto che non voleva vedermi”.
“E questo lo ha fatto
arrabbiare anche di più, e io sono d'accordo con lui...per certe cose non si
mandano gli emissari...che spesso sono solo curiosi e intriganti. Ci sono cose
che dovete fare voi preti e basta.”
“Le cose le fa Dio,
con chi vuole Lui... siamo noi uomini a sbagliare, a voler organizzare tutto
perché ci sentiamo forti. È lì che poi ci fa capire che è Lui che dispone. Ma
noi non dobbiamo rinunciare, e se nei nostri tentativi si intrufola gente che è
mossa da basse intenzioni pazienza, quella prima o poi la mette a posto. Tu non
ti scoraggiare, e stagli vicino, prima o poi qualcosa accadrà.”
Passò qualche
giorno, e arrivò quello che era sempre stato dedicato al presepe. Anna quella
sera propose di farlo, ma il padre rispose che non gli importava più nulla, e
si fece portare a letto.
Mentre la donna
stava sistemando statuine e paesaggio con la consueta cura, le tornò in mente
la mamma, che ogni anno lo preparava, anche quando era ammalata. In quel
momento prese in mano la statuina di Gesù Bambino, e si ricordò di una cosa.
Lentamente, per non
farsi sentire, scivolò silenziosa nella stanza, e mise la statuina sul comodino
del padre, accanto alla foto della moglie.
“Lo faceva sempre la
mamma, in quel periodo, se qualcuno di noi non stava bene.”
“Così ti fa
compagnia Lui”, diceva.
Pensava a queste
cose e le brillavano gli occhi.
Suo padre non
dormiva, però, e nonostante il buio li aveva visti, quegli occhi. E dentro di
loro aveva visto quelli che credeva perduti, e che invece non erano mai andati
via.
Così accadde che Anna
di lì a poco si sentì chiamare: “Telefona al prete, chiedigli se può scusarmi
per l'altra volta e passare uno di questi giorni per benedire la casa e magari
parlare un po'...”
Si precipitò
all'apparecchio e chiamò. Il Rampetti capì al volo, e Don Luca non aspettò un
minuto, dicendogli “Vai tu ad avvertire quelli della riunione per
l'organizzazione delle festività che si arrangino senza di me, è accaduto il
miracolo di Natale e io devo andare.”
Il Rampetti avvertì,
senza entrare nel dettaglio e mise a tacere chi si era mostrato indispettito,
soprattutto perché in fondo il problema era conoscere il motivo della sua
assenza: “Se volete è così, altrimenti potete anche andare a casa, il vostro
posto non è questo, perché la verità è una: se non fosse nato Gesù, Natale
sarebbe solo una gran seccatura”.
Simone
Mambrini
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