giovedì 21 dicembre 2017

Il racconto di Simone


Ecco puntuale, come ogni anno, il racconto natalizio del mio amico Simone. E' il suo modo di fare gli auguri. Che ricambio con gioia.



Il miracolo di Natale

Era una di quelle mattine in cui dicembre si ricordava improvvisamente di essere un mese della stagione fredda e nebbiosa, e dal lago infatti la coltre era risalita fino al paese, avvolgendo tutte le cose, che apparivano lentamente, come ombre, dalle forme familiari alla donna che stava camminando con passo svelto verso la chiesa.
Entrando, si fece il Segno della Croce e puntò decisa verso la sacrestia, convinta che la messa fosse finita da poco tempo. Si sbagliava, perché entrando vide il vecchio Rampetti, intento a riporre i paramenti.
“Anna, buongiorno!” disse, causando un certo stupore nella donna, convinta che non l'avrebbe riconosciuta. “Don Luca non c'è, dopo la messa del mattino esce col servizio segreto. Però lei lo aspetti qui, sulle prime panche. Ogni giorno rientra, per pregare ancora un momento, e digerir le chiacchiere...”
Anna ricordava bene l'acuta ed intelligente ironia del sacrestano, e se ne rallegrò, mentre si sedeva ad aspettare.
Di lì a poco, Don Luca comparve, con la faccia scura. Era un uomo buono, ma il carattere che il buon Dio gli aveva assegnato talvolta lo rendeva instabile nell'umore, bastava una contrarietà a renderlo un po' acido.
D'altra parte però, era sufficiente una sosta in preghiera davanti al Tabernacolo per rimetterlo sui binari.
Avvenne così anche stavolta, e si accorse della presenza della donna.
“Anna, ciao. È un bel pezzo che non ti fai vedere in chiesa, hai abbandonato Dio?”
“Scusi Don Luca, ma non esiste solo questa chiesa al mondo, e non sono venuta qui a giustificarmi con lei per il fatto che non mi vede spesso qui.”, rispose innervosita, e non aggiunse di proposito che andava tutte le mattine in chiesa dopo essere arrivata al lavoro, fatta la sua bella ora di treno.
Don Luca capì che la sua leggendaria capacità di lanciare battute simpatiche aveva fatto la consueta cilecca, e rimediò: “So che sei molto impegnata infatti, e sono molto contento che tu oggi abbia trovato il tempo di venire qui. Cosa posso fare per te?”
“Mio padre. È ammalato.”
“Lo so, me lo hanno detto. Ho cercato di andare da lui, ma non mi ha fatto aprire la porta dalla badante, anche l'altro giorno per la benedizione di Natale. Non so proprio cosa fare, se non continuare a pregare per lui”.
La donna sospirò: “Da quando è morta la mamma ha deciso di non fare entrare più nessun prete in casa, e di non andare più in chiesa. Dice che è arrabbiato con Lui, e che...”
“Lo so, lo so...e non sai quante persone ho cercato di mandargli, visto che non voleva vedermi”.
“E questo lo ha fatto arrabbiare anche di più, e io sono d'accordo con lui...per certe cose non si mandano gli emissari...che spesso sono solo curiosi e intriganti. Ci sono cose che dovete fare voi preti e basta.”
“Le cose le fa Dio, con chi vuole Lui... siamo noi uomini a sbagliare, a voler organizzare tutto perché ci sentiamo forti. È lì che poi ci fa capire che è Lui che dispone. Ma noi non dobbiamo rinunciare, e se nei nostri tentativi si intrufola gente che è mossa da basse intenzioni pazienza, quella prima o poi la mette a posto. Tu non ti scoraggiare, e stagli vicino, prima o poi qualcosa accadrà.”
Passò qualche giorno, e arrivò quello che era sempre stato dedicato al presepe. Anna quella sera propose di farlo, ma il padre rispose che non gli importava più nulla, e si fece portare a letto.
Mentre la donna stava sistemando statuine e paesaggio con la consueta cura, le tornò in mente la mamma, che ogni anno lo preparava, anche quando era ammalata. In quel momento prese in mano la statuina di Gesù Bambino, e si ricordò di una cosa.
Lentamente, per non farsi sentire, scivolò silenziosa nella stanza, e mise la statuina sul comodino del padre, accanto alla foto della moglie.
“Lo faceva sempre la mamma, in quel periodo, se qualcuno di noi non stava bene.”
“Così ti fa compagnia Lui”, diceva.
Pensava a queste cose e le brillavano gli occhi.
Suo padre non dormiva, però, e nonostante il buio li aveva visti, quegli occhi. E dentro di loro aveva visto quelli che credeva perduti, e che invece non erano mai andati via.
Così accadde che Anna di lì a poco si sentì chiamare: “Telefona al prete, chiedigli se può scusarmi per l'altra volta e passare uno di questi giorni per benedire la casa e magari parlare un po'...”
Si precipitò all'apparecchio e chiamò. Il Rampetti capì al volo, e Don Luca non aspettò un minuto, dicendogli “Vai tu ad avvertire quelli della riunione per l'organizzazione delle festività che si arrangino senza di me, è accaduto il miracolo di Natale e io devo andare.”
Il Rampetti avvertì, senza entrare nel dettaglio e mise a tacere chi si era mostrato indispettito, soprattutto perché in fondo il problema era conoscere il motivo della sua assenza: “Se volete è così, altrimenti potete anche andare a casa, il vostro posto non è questo, perché la verità è una: se non fosse nato Gesù, Natale sarebbe solo una gran seccatura”.



Simone Mambrini





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