Si
legge come un romanzo che avvince, brava la ghostwriter Alessandra Carati che
in tre anni di lavoro e interviste ha ricostruito la vicenda sportiva e umana di Danilo Di Luca, campione di
ciclismo, radiato a vita per doping. ‘Bestie da vittoria’, sottotitolo: ‘Nel
ciclismo tutti sanno la verità. Ma la verità è inaccettabile.’ Non è certo una
storia che fa onore a Di Luca (che lo ammette) né al mondo del ciclismo.
Leggerla permette di capire molto. Danilo Di Luca si presenta con spontaneità,
si mette a nudo, ammette le sue colpe,
ma non ha pietà per il mondo che gli ha dato quattrini e fama per molto tempo. Non
è un bel mondo, come non è bello il mondo dello sport per professione, dove il
dio denaro fa danni. Di Luca è più volte passato dalle stelle alle stalle, dall’altare
alla polvere, e si è sempre rialzato, grazie ad alcuni amici e alla capacità di
soffrire, dote che i ciclisti –pur col doping- certamente hanno. Un libro che
consiglio.
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