ph carlozanzi
Ho finito la lettura della raccolta di racconti di Luca Ricci, 'I difetti fondamentali' (Rizzoli) e mi chiedo come abbia fatto ad arrivare 'solo' terzo al Premio Chiara 2017. Vincendo -per fortuna- il Premio della Stampa. Non c'è storia fra la sua scrittura e quella degli altri due finalisti. Certo, io ho apprezzato particolarmente il contenuto, perché si tratta dei difetti fondamentali, volutamente ingigantiti, del mondo delle lettere (aspiranti scrittori e scrittori più o meno affermati, critici, premi letterari, editor....), che è il mondo di Luca Ricci e che è anche un po' il mio. Mi sono ritrovato. Ma è la qualità della scrittura a fare la differenza. La serata della premiazioni, Ricci disse fra l'altro: 'Non è vero che la scrittura di qualità non possa sposarsi con l'ironia.' E in effetti lui ci è riuscito: una scrittura alta (cioè di alta qualità) che mi ha fatto sorridere spesso. In questo libro lo scrittore toscano, classe 1974, ha voluto divertirsi, scandagliando il territorio che meglio conosce, mettendosi un po' a nudo, scherzandoci su, ma si sa che quando si dice: 'Ma dai, scherzo!' in realtà si è anche sinceri.
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