Stamani
stavo scendendo a piedi lungo la rizzàda della Madonna del Monte, dopo essere
salito con gli skiroll. Un gruppo di volontari stava tagliando l’erba lungo la
via sacra. Ho notato una novità, la presenza di alcuni giovani di colore.
Giunto non lontano dalla ‘panchina del tramonto’, ecco l’incontro con un mio
amico, uno dei più attivi Amici del S.Monte, organizzatore di quella pulizia
estiva e di molto altro. Naturalmente, come sua abitudine, mi ha fatto la ramanzina.
Non mi posso salvare da lui. O perché salgo in mountain-bike, o perché uso gli
skiroll che sono pericolosi e ingombrano troppo la pubblica via, oppure (come
nel caso di stamani) perché sfrutto il Sacro Monte ma non collaboro al suo
mantenimento (“Perché un po’ delle tue energie non le impieghi anche per darci
una mano?”). Chissà che parere avrà, circa la cronoscalata Vidoletti-S.Monte
(foto). Stamani l’amico è stato piuttosto insistente, ha persino messo in
relazione il mio cognome col fatto che gli Zanzi sono dei 'notabili', non si
abbassano a questi lavoretti. “Bisogna essere umili operai nella vigna del
Signore” ha aggiunto. Mi ha poi fatto notare la presenza di questi ragazzi di
colore, immigrati extracomunitari da lui coinvolti: “Sostanza, non chiacchiere…”
ha quindi concluso. Ho ammirazione per lui e per i volontari, attori di un’opera
così meritoria. E non scherzo. Con un po’ di buona volontà, potrei usare parte del mio tempo
libero per dare una mano: il guaio è che la mia volontà è cattiva. Se ho tempo
libero preferisco fare sport, oppure scrivere una poesia, un racconto, scattare
una foto ispirato dalla nostra Sacra Montagna. So però che sono chiacchiere e
non sostanza.
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