Come
per la corsa, anche per la bici se avrete pazienza, costanza, voglia di
soffrire un po’ e di superare le difficoltà iniziali, vi toglierete molte soddisfazioni.
Pedalerete lungo i tornanti dei passi del Giro d’Italia, arrivando in cima
senza mettere il piede a terra. Perché tutto dipende dall’allenamento e, ovviamente,
dalla velocità. Se i professionisti salgono a 20 all’ora e passa, voi dovrete
accontentarvi di salire a 10-8 all’ora…ma va benissimo. Per la salute è una manna!
Non esiste soddisfazione più grande che arrampicarsi in salita, strada stretta,
magari in mezzo a un bosco, nel silenzio, senza auto, da soli e con qualcuno
che non abbia voglia di fare il fenomeno. E se siete in montagna, allora
saranno i versi delle marmotte a tenervi compagnia, la maestosità della roccia
e dei ghiacci….faticherete, certo, ma sarà una fatica controllata, buona, mai
oltre le 130/140 pulsazioni al minuto. Una fatica più che sopportabile, perché
se la fatica è troppa viene meno anche il godimento. E se uno lo fa per guadagnare
la pagnotta si può anche accettare, ma se uno lo fa per relax allora è da
stupidi.
E
chi non ha salite? Chi abita in pianura Padana, dove al massimo può trovare un
cavalcavia? Che fa? Come programmare un allenamento quotidiano, se occorrono
molti km per arrivare ad una salita? Bè, costui dal mio punto di vista è
sfortunato, ma non deve certo rinunciare. Si allenerà in pianura, lasciando la
salita al fine settimana. E come fa a provare le due posizioni? Presto detto.
Mette il rapportone, magari sui falsopiani e sui cavalcavia, e via sui pedali,
come fosse in salita.
15-continua
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