Dopo
aver scritto del cammino e della respirazione, eccoci alla corsa. Per i patiti
della corsa, tutto il resto è noia: cammino, bici, nuoto non gratificano.
Bisogna correre e basta, anche sul dolore, fortificando la volontà sino alla
completa usura delle cartilagini, alla distruzione dei tendini, allo
schiacciamento dei dischi intervertebrali, sicché il dolore diventa
insopportabile e si è costretti alla resa. La corsa (parafrasando una nota
pubblicità) è un piacere, se procura dolore, che piacere è? Ho corso due
maratone e una mezza, corro da decenni, per migliaia di km, e sono più che mai
convinto: dopo i 40 anni la corsa va centellinata, è traumatica e usurante. In
principio conviene alternare brevi tratti di corsa con tratti di cammino. Si
comincia in piano poi poco alla volta si aumenta la pendenza, sino ad arrivare
a correre principalmente in salita. La discesa è la parte più logorante e
traumatica, quindi o si cammina oppure si scende non a ‘rotta di collo’,
ammortizzando bene. Meglio 2 km in salita che 5 in piano. Quando sarete in
grado di correre, senza fermarvi, per un’oretta (mezz’ora in salita) fate pure
qualche corsetta non competitiva, ma non fatevi condizionare dai patiti, che
rischiano l’infarto per arrivare 88esimi anziché 91esimi!
9-continua
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