ph carlozanzi
Elena
Macchi colpisce ancora. Il magistrato, protagonista del primo romanzo giallo di
Laura Veroni (I delitti di Varese), torna alla ribalta ad un anno di distanza. Perché
Varese si presta, nel ruolo di città favorevole ai delitti. E se il primo
omicidio era ai Giardini Estensi, ora la Veroni, in coppia con la sua amica
letteraria Macchi, ci conduce in via Robbioni, per un altro morto ammazzato.
Ecco allora ‘Varese non aver paura’ (tascabile dei Fratelli Frilli editori),
il secondo giallo della docente-scrittrice, presentato oggi alla neonata
libreria Ubik-Base Blu di piazza del Podestà, a Varese. Insieme all’autrice, il
giornalista, direttore di VareseReport, Andrea Giacometti. Nella confortevole
saletta superiore, tutte le sedie occupate (una anche dal fotografo Carlo
Meazza) per applaudire la Veroni, che si conferma (a detta di Giacometti) giallista
di buona levatura, capace di tornare sulla scena di un nuovo delitto, con
bravura consolidata.
Laura
Veroni ha ammesso di avere due somiglianze con il magistrato Macchi: l’amore
per il body-building e la determinazione, mentre si discosta decisamente per
quanto riguarda l’amore. “Elena Macchi non crede all’amore, per lei gli uomini
sono solo uno strumento di piacere, un gioco” ha detto la scrittrice durante la
presentazione. Forse perché la Macchi –scriviamo noi- è troppo impegnata a risolvere casi intricati,
per poter pensare ad altro. Meglio fare una cosa bene: e pare che lei ci
riesca. Ma per saperlo bisogna leggere ‘Varese non aver paura’.
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