E
dopo il cammino e la corsa, ecco la modalità per la conservazione della salute
che attualmente prediligo, la via d’uscita giocoforza utilizzata dai runner
che, dopo aver usurato le articolazioni e i tendini, trovano qui uno spazio
vitale: la bicicletta.
Limito
il campo. Qui parlerò solo della bici ‘allenante’, lasciando perdere la bici
come mezzo di trasporto per andare in centro città, per gite fuori porta che
conducono a trattorie e locande, tutte scelte ottime e auspicabili, ma che in
genere non fanno perdere chili. Non parlerò di bici elettriche, ma della bici
usata quotidianamente (o alternata a cammino, corsa…), possibilmente in salita.
Uso
la bici dall’età di 5 anni, ho percorso migliaia di chilometri, non l’ho mai
abbandonata in quasi 60 anni di onorata carriera, e ne faccio largo uso soprattutto
dopo i 50 anni. Chi ha dolori alle ginocchia se cammina o corre, in bici in
genere non ne ha. Idem dicasi per la schiena, anche se sulla schiena bisognerà
fare un discorso a parte. Cominciamo con la scelta del mezzo. Consiglio la bici
da corsa. Con meno di 400 euro potete acquistare (ad esempio da Decathlon) una
bici più che accettabile, con 24 rapporti. Consiglio di prendere una bici con
il puntapiedi senza blocco, onde poter usare normali scarpe da tennis, essenziali
se –soprattutto in fase iniziale- si alternano bici e cammino. Inoltre il
puntapiedi senza blocco permette di usare l’avampiede con maggior lunghezza,
favorendo la pedalata senza premere troppo sulle dita (ciò lo dico soprattutto
per chi ha problemi di alluce valgo…). Questo tipo di fermapiede permette poi di
sganciare la gamba con maggior velocità, in caso di caduta.
11-continua
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