lunedì 14 marzo 2016

La mia scrittura - 62



Siamo al 2001. Parlare del mio libro ‘Varese-Il bianco e il  nero’ significa ricordare l’amico Luigi Orrigoni, morto prematuramente. Industriale, fondatore della catena di supermercati Tigros, uomo dal carattere non facile, uomo senza dubbio generoso, mi invitò dapprima a far parte del Panathlon Club Varese, poi si dimostrò da subito attento alla mia scrittura. Ci eravamo conosciuti durante la stesura del libro ‘Cara Castronno’, che probabilmente gli era piaciuto. Così, quando gli proposi una sponsorizzazione per il mio nuovo libro, accettò. Visto il buon successo del mio precedente volume con Carlo Meazza (Varese, parole e immagini di un luogo amato), avevo pensato di scriverne un altro, raccogliendo i ‘Pensieri & Parole’ degli ultimi due anni, alcuni racconti brevi, alcune poesie e le foto in bianco e nero di Carlo Meazza. Ne parlai con l’editore Macchione, che si dimostrò collaborativo. Curai con particolare rigore i testi, la grafica, scegliendo una tipografia più affidabile. Ci furono due presentazioni. La prima il 5 dicembre 2001, in Salone Estense, con la presenza del vicesindaco Anna Maria Bottelli, del vicario episcopale Mons. Marco Ferrari, di Luigi Orrigoni, della docente Carla Rossi, del fotografo Paolo Zanzi, del poeta dialettale Natale Gorini, del narratore Riccardo Prando e del giornalista Fausto Bonoldi. Mi soffermo su quest’ultimo perché era diventato lui, in quegli anni, il responsabile delle pagine di Varese del quotidiano La Prealpina, lui che dava il la alla pubblicazione dei miei corsivi. Sua, infatti, la presentazione al libro, che così inizia:
Me lo trovo accanto all’improvviso, nella luce incerta del primo mattino, lungo l’ultimo tratto di strada comune verso la scuola dei nostri figli, e senza parlare mi infila nella tasca della giacca o del cappotto un foglio accuratamente piegato in quattro. La prima volta sono rimasto stupito e gli ho domandato perché mai, per consegnarmi l’ultima puntata di ‘Pensieri & Parole’, mi avesse teso un agguato. Poi ho capito che il suo fare furtivo era una spia del pudore che contraddistingue chi, in questo nostro mondo distratto, si ostina ad avere dei pensieri e non bara con le parole…
Una seconda presentazione avvenne durante una conviviale del Panathlon, il Club degli sportivi.  



62-continua

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