1972-Col Raiser, Val Gardena
Il 1972 segna l’inizio del mio grande
amore per la montagna e per la corsa di resistenza, in equilibrio di ossigeno,
senza produzione di acido lattico. Una corsa che mi accompagnerà da lì in
avanti, sino ad oggi. E’ l’anno dell’incontro con il fascino delle Dolomiti. In
verità già nel 1968 avevo incontrato la Val Gardena, l’Alpe di Siusi, il
Sassolungo e il Sassopiatto, durante una vacanza con i miei, che lì avevano
vissuto il loro viaggio di nozze nel 1953. Ma il meteo era stato infame ed ero
ancora piccolo. Nel 1972 il vero innamoramento, grazie ad una vacanza con gli
amici della Comunità Shalom: le prime passeggiate di una certa consistenza, gli
arrivi ai rifugi (ricordo soprattutto il rifugio Vicenza), le prime croci
raggiunte sulle cime. Ma è anche l’anno della corsa. Cominciamo dall’abbigliamento.
Andavamo allora in Svizzera, in bici o in motorino, a Mendriso e a Lugano
(Balmelli sport), per i nostri acquisti sportivi. Avevo preso due tute Merboso
e un paio di lussuose scarpe Adidas. Le portai in Val Gardena e mentre i miei
amici dormivano beatamente, io mi alzavo alle 6 del mattino e andavo a correre, seguendo
la strada del vecchio trenino della valle (sulla destra del Rio Gardena) e
risalendo sulla sinistra del fiume. In principio dieci, quindici, venti minuti e poi giri sempre più lunghi. Cominciai a
gustare il sommo piacere della corsa di durata, nel silenzio e nella natura,
senza auto né stress, senza fini agonistici se non un cronometro e il desiderio
di correre sempre più a lungo, con il cuore che batte soddisfatto. Nel corso
degli anni in Val Gardena (e anche a San Martino di Castrozza), questi giri
mattutini, questo running diventeranno una costante delle mie vacanze in
montagna, sino ad arrivare al giro completo della valle (Santa Cristina, Selva
di Val Gardena, Ortisei e Santa Cristina), una sorta di maratona in montagna.
Poi arrivavo, abbondante colazione e via per la lunga passeggiata con gli
amici. Ma avevo 16-17-18-19-20 anni….un’età che permette (e promette) molto.
19-continua
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