martedì 26 aprile 2016

Il mio sport - 48



Non dovendo più andare a lavorare ad Arcisate ma sotto casa, alla Vidoletti, a partire dal settembre 1984, la bici da corsa venne messa in cantina e lì fece flanella. Ma nel 1995 qualcosa cambiò. L’esaltazione per la scrittura andava placandosi, le bimbe crescevano e acquistavano autonomia, lasciandomi più tempo libero. Notai, facendo le partitelle a calcio con gli amici, un evidente calo nelle capacità aerobiche. Ero un po’ scoppiato, insomma. Inoltre stavo diventando pigro e mi assopivo facilmente. La cosa non mi piaceva affatto. Un pomeriggio misi la tuta e via, a correre. Da quel giorno del 1995 non mi sono più fermato. Riportai alla luce la vecchia Olympia, compagna di tante avventure, la rimisi in sesto  e fissai subito un obiettivo: poiché le vacanze estive in montagne di quell’anno si sarebbe svolte a Ponte di Legno, località che avevo conosciuto a militare e nei miei giri in bici, una era la meta, il Passo Gavia (foto). Che in verità affrontai con poco allenamento, non più di qualche salita dalle mie parti: Sacro Monte, Mondonico, Alpe Tedesco, Ardena-Marzio, Campo dei Fiori. Ogni tanto qualche corsetta con mio fratello Paolo. Inoltre acquistai a poco prezzo, all’Iper, la mia prima mountain-bike, insieme ad analoghe bici per le mie bambine. E partii per Ponte di Legno con due bici al seguito, intenzionato a scalare il mitico Passo Gavia, che avevo raggiunto a piedi, nella neve, durante il campo estivo con gli alpini.

48-continua 

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