Fra
il settembre del 1978 e il settembre del 1979 dedicai il mio tempo al servizio
della Patria, per il tramite della naja. Avevo le idee abbastanza chiare: visto
che dovevo regalare un anno all’italica causa, che almeno fosse di mio
gradimento, cioè sportivo. Avevo scartato l’idea del servizio civile (scelta
che invece farà mio fratello Paolo) perché erano mesi in più, e dodici mesi
erano già sin troppi. Volevo fare tanto sport, andare negli alpini, sciare,
stare in montagna, entrare nella squadra esploratori, quella che avrebbe preso
parte ai CASTA (Campionato sciistici truppe alpine), alle uscite più
divertenti. Quando ricevetti la cartolina e seppi che ero un alpino, con
destinazione Merano, gioii. Partii ai primi di settembre con spirito
avventuroso. Il CAR alla caserma Rossi di Merano (foto) fu piuttosto noioso,
tante ridicole esercitazioni di passo marziale e poco sport. In compenso,
grazie alla bella stagione, feci lunghe camminate nei sobborghi, stupendi,
camminando tra frutteti, raggiungendo piccole cime locali. E poi, i tortelloni
alla pastora alla mensa dei ferrovieri erano super! Il giorno del giuramento
ero di servizio, vidi la cerimonia dall’alto, con la ramazza in mano. Poi la
destinazione: furiere a Merano! I miei sogni sportivi svanivano. Quello che era
l’incarico da tutti sperato (si stava al caldo in ufficio, seduti, con tanti
vantaggi e molte licenze) io non lo volevo. Così andai a parlare con il
capitano, chiedendo che si tenesse conto della mia passione sportiva con un
incarico più operativo. Mi accontentarono subito, ma non mi misero fra gli
esploratori, bensì diventai un umile mortaista mortai medi, con destinazione
Malles Venosta, battaglione Tirano: una delle caserme più temute, dove il
nonnismo ancora imperava.
39-continua
Nessun commento:
Posta un commento