domenica 24 aprile 2016

Il mio sport - 45




Il 4 maggio 1979 tornavo a Malles dopo le gare di tiro con la pistola, e lo stesso pomeriggio partivo nuovamente per Merano, aggregato alla 51^ compagnia del btg Edolo, in allenamento nella squadra di pallavolo dell’Orobica. Avevo davanti quasi due mesi di pacchia, ancor più che il corso sci. Come un atleta professionista, potevo allenarmi tutto il giorno, in palestra e all’aperto, mentre il fine settimana le licenze erano assicurate. Cosa pretendere di più? Non dovevamo stare nemmeno in divisa, sempre in tuta, privilegiati in mezzo a reclute impegnate nel noiosissimo CAR. Il nostro allenatore (diciamo così) non era certo un gran tecnico di pallavolo, e non se la menava più di tanto. Io fra i dodici convocati ero tra i più bassi di statura e fra i più scarsi come esperienza pallavolistica; giocavano giganti che militavano in formazioni di ottimo livello, quindi a me sarebbe toccata la panchina. Ma andava bene così. In compenso ero il più volonteroso, mi allenavo con puntiglio, due volte al giorno, facendo un po’ di tutto, mentre la maggior parte dei miei compagni di squadra se la prendeva comoda, era svogliata, paga della meta raggiunta, pigra e senza voglia di allenarsi, soprattutto i più bravi, che già avevano il posto di titolare assicurato. Dopo un po’ il mio corpo cominciò a patire per il troppo allenamento: male alle gambe, alle braccia, alle mani. Ma non mollavo, volevo dimostrare che meritavo quella promozione. Dopo una partita amichevole contro il Merano (2-2), conclusasi con una scorpacciata dei tipici spaghetti di gelato di Merano, gustati in una gelateria del lungo Passirio, partimmo alla volta di Belluno il 18 giugno. Vincemmo contro il Gardena, la Tridentina, la Taurinense e l’Artiglieria da montagna, perdendo solo nell’incontro decisivo per il primo posto, contro la brigata Julia. Feci rare apparizioni in campo, che nemmeno ricordo. Il 23 giugno partii in autostop con il mio compagno di squadra e amico Caspani (eccoci in foto allo Stelvio), mi fermai da lui a Grosio a mangiare pizzocheri, quindi arrivai a Varese. La pacchia di Merano era finita. Conservo una sola foto di quella squadra, per giunta sfocata.


45-continua

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