Il
4 maggio 1979 tornavo a Malles dopo le gare di tiro con la pistola, e lo stesso
pomeriggio partivo nuovamente per Merano, aggregato alla 51^ compagnia del btg
Edolo, in allenamento nella squadra di pallavolo dell’Orobica. Avevo davanti
quasi due mesi di pacchia, ancor più che il corso sci. Come un atleta
professionista, potevo allenarmi tutto il giorno, in palestra e all’aperto,
mentre il fine settimana le licenze erano assicurate. Cosa pretendere di più?
Non dovevamo stare nemmeno in divisa, sempre in tuta, privilegiati in mezzo a
reclute impegnate nel noiosissimo CAR. Il nostro allenatore (diciamo così) non
era certo un gran tecnico di pallavolo, e non se la menava più di tanto. Io fra
i dodici convocati ero tra i più bassi di statura e fra i più scarsi come
esperienza pallavolistica; giocavano giganti che militavano in formazioni di
ottimo livello, quindi a me sarebbe toccata la panchina. Ma andava bene così.
In compenso ero il più volonteroso, mi allenavo con puntiglio, due volte al
giorno, facendo un po’ di tutto, mentre la maggior parte dei miei compagni di
squadra se la prendeva comoda, era svogliata, paga della meta raggiunta, pigra
e senza voglia di allenarsi, soprattutto i più bravi, che già avevano il posto
di titolare assicurato. Dopo un po’ il mio corpo cominciò a patire per il
troppo allenamento: male alle gambe, alle braccia, alle mani. Ma non mollavo,
volevo dimostrare che meritavo quella promozione. Dopo una partita amichevole
contro il Merano (2-2), conclusasi con una scorpacciata dei tipici spaghetti di
gelato di Merano, gustati in una gelateria del lungo Passirio, partimmo alla
volta di Belluno il 18 giugno. Vincemmo contro il Gardena, la Tridentina, la
Taurinense e l’Artiglieria da montagna, perdendo solo nell’incontro decisivo
per il primo posto, contro la brigata Julia. Feci rare apparizioni in campo,
che nemmeno ricordo. Il 23 giugno partii in autostop con il mio compagno di
squadra e amico Caspani (eccoci in foto allo Stelvio), mi fermai da lui a Grosio
a mangiare pizzocheri, quindi arrivai a Varese. La pacchia di Merano era
finita. Conservo una sola foto di quella
squadra, per giunta sfocata.
45-continua
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