Chiusi
il 1995 con altri giri in bici sulle salite varesine: Monte Orsa, Serpiano,
Monte Generoso, Alpe Tedesco, Cuvignone, oltre che i soliti Sacro Monte e Campo
dei Fiori. Andavo spesso da solo, e qualche volta con Marco Riganti, Giancarlo
Bernasconi (eccoci in foto, al Generoso) e Livio Bianchi, un mio coetaneo tenace
e dalla gamba molto potente, che si divertiva a staccarci in salita. Oggi
Livio, non seguendo i miei consigli, non va più in bici, lamentandosi perché
non riesce a tenere i ritmi di allora: non accetta che gli anni passano. Spero
si ricreda. Il 1996 ebbe più o meno l’andamento sportivo del 1995. Alternavo corsa
e bici. Correvo soprattutto in Villa Toeplitz, da solo o con mio fratello Paolo.
Non molto: una ventina di minuti. Poiché sarei tornato ancora a Ponte di Legno
per le vacanze estive, mi allenai per poter salire di nuovo sul Gavia, ma
soprattutto per raggiungere il Mortirolo dalla parte più ostica, quella
Valtellinese. Il 3 luglio ero al Corno d’Aola in mountain-bike (foto, con alle
spalle la Cima Salimmo, raggiunta nel 1995), il 6 al Gavia con l’amico Paolo
Mannucci e il figlio Marco, ex alunno Vidoletti. Paolo era stato mio compagno
di pedalate nel 1978, poi anche lui –preso da mille impegni- aveva abbandonato
la bici, riprendendola saltuariamente, come quell’anno a Ponte. Dell’avventura
del Mortirolo parlerò con capito a parte.
52-continua
Nessun commento:
Posta un commento