venerdì 15 aprile 2016
Il mio sport - 24
Ancora una volta, anche al Liceo Classico i Giochi della Gioventù furono per me poco gratificanti. Dopo la brutta figura con la ‘Sghemba’ (squadra di pallavolo delle medie), dopo gli sfortunati episodi della ginnastica artistica, partecipai al Ginnasio ad una corsa campestre, sollecitato dal prof. Ottorino Girardin. Ma non ero affatto allenato per la corsa di resistenza. Non ero ancora partito con il trip per la corsa. Arrivai fra gli ultimi, forse camminando, con il classico atteggiamento di chi dice: ‘Chissenefrega, l’importante è perdere le lezioni!’ Atteggiamento che i prof. di ginnastica odiano. Al Liceo Raimondo Albricci mi convinse a partecipare alle fasi comunali dei Giochi della Gioventù di atletica leggera, che si disputavano allora al ‘Franco Ossola’ (foto). Non era ancora stato costruito il campo di atletica ‘Bellorini’ di Calcinate degli Orrigoni. Mi iscrisse ai 110 ostacoli. Senza farmeli mai provare, immagino. Avrà pensato: ‘Tanto lui viene dalla ginnastica, imparerà subito.’ Ma le barriere dei 110 sono molto alte, inoltre diluviava. Ciò che ricordo è una stadio semivuoto, il diluvio dal cielo, io ero il solo iscritto sugli ostacoli, bastava arrivassi al traguardo per essere ammesso alle Provinciali, ma fantozzianamente non arrivai, non so perché, se per caduta o infortunio o ritiro per malavoglia e senso del ridicolo. Così posi fine alle mie esperienze, come atleta, nei Giochi della Gioventù. Per fortuna, come prof., otterrò ben altre gratificazioni!
24-continua
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