mercoledì 13 aprile 2016

Il mio sport - 17



Sempre dei primi anni Settanta ricordo un paio di episodi che rientrano marginalmente nel mio sport praticato, ma che rivivo con piacere. Nel 1970, quando con la Varesina ci qualificammo alle Finali nazionali a Roma (poi saltate per via dello sciopero dei prof), dovetti sottopormi alla visita sportiva specialistica, e finii nelle mani del dottor Piero Modesti (foto), uno fra i medici sportivi più noti di Varese, il medico della grande Ignis e di squadre di ciclismo professionistico del calibro della Molteni, della Salvarani e della Brooklyn. Mi raccontò in seguito Modesti (lo rividi negli anni del Panathlon) che quando arrivò Eddy Merckx alla Molteni lui era passato da un anno alla Salvarani, la squadra di Felice Gimondi, un grande che ebbe la sfortuna di trovare l’eccelso Eddy davanti alla sua ruota. Ebbene, Modesti mi visitò e concluse: “Armonicamente bello!” Ora i miei lettori si stracceranno le vesti, al leggere questo mio eccesso di narcisismo, ma questo disse il dottore, e questo ricordo; probabilmente tale frase rafforzò in me la convinzione che se ero introverso, almeno il mio corpo parlava per me. Un secondo episodio risale probabilmente al 1972. Sempre con la ginnastica artistica mi ero procurato uno strappo alla schiena, ma avevo in programma una gara importante. Mio padre disse: “Qui ci vuole Pin Chiaravalle!” e mi mandò da lui. Giuseppe Chiaravalle detto Pin era stato un massaggiatore di gran fama, ormai sul viale del tramonto. Si favoleggiava che avesse massaggiato anche Cassius Clay alle Olimpiadi di Roma del 1960. Ricordo una piccola abitazione in via Walder, mani abili sulla mia schiena dolente.

17-continua 

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