Sempre
dei primi anni Settanta ricordo un paio di episodi che rientrano marginalmente
nel mio sport praticato, ma che rivivo con piacere. Nel 1970, quando con la
Varesina ci qualificammo alle Finali nazionali a Roma (poi saltate per via
dello sciopero dei prof), dovetti sottopormi alla visita sportiva
specialistica, e finii nelle mani del dottor Piero Modesti (foto), uno fra i
medici sportivi più noti di Varese, il medico della grande Ignis e di squadre
di ciclismo professionistico del calibro della Molteni, della Salvarani e della
Brooklyn. Mi raccontò in seguito Modesti (lo rividi negli anni del Panathlon)
che quando arrivò Eddy Merckx alla Molteni lui era passato da un anno alla
Salvarani, la squadra di Felice Gimondi, un grande che ebbe la sfortuna di
trovare l’eccelso Eddy davanti alla sua ruota. Ebbene, Modesti mi visitò e
concluse: “Armonicamente bello!” Ora i miei lettori si stracceranno le vesti,
al leggere questo mio eccesso di narcisismo, ma questo disse il dottore, e
questo ricordo; probabilmente tale frase rafforzò in me la convinzione che se
ero introverso, almeno il mio corpo parlava per me. Un secondo episodio risale
probabilmente al 1972. Sempre con la ginnastica artistica mi ero procurato uno
strappo alla schiena, ma avevo in programma una gara importante. Mio padre
disse: “Qui ci vuole Pin Chiaravalle!” e mi mandò da lui. Giuseppe Chiaravalle
detto Pin era stato un massaggiatore di gran fama, ormai sul viale del
tramonto. Si favoleggiava che avesse massaggiato anche Cassius Clay alle
Olimpiadi di Roma del 1960. Ricordo una piccola abitazione in via Walder, mani
abili sulla mia schiena dolente.
17-continua
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