Arrivai
alla caserma ‘Sigfrido Wakernell’ di Malles Venosta (foto) pochi giorni dopo il
famoso discorso di insediamento di Giovanni Paolo Secondo, quello del “Se
sbaglio, mi corrigirete…”, ottobre 1978. Naturalmente c’era vento e pioveva.
Ricordo la prima notte in quella tetra camerata: fui svegliato perché rientrava
un gruppo di nonni, dopo aver terminato la settimana di guardia alla polveriera
di Mattarello, sopra Trento. Lamenti, bestemmie, filastrocche alpine nelle varie
parlate: bergamasco, bresciano, valtellinese, qualche sudtirolese. Mi fasciai
nelle lenzuola, sperando non gli venisse in mente di farci fare il saluto al
nonno, il cucù e, men che meno, la comunione dell’alpino. L’esordio e il primo
periodo furono piuttosto impegnativi, il barbiere (che chiamavamo Kocìs) ci
rapò quasi a zero, cominciavano a diffondersi le descrizioni dei campi, delle
scuole tiro, della cattiveria dei nonni e della connivenza dei superiori, in
primis del capitano Angelogiulio Di Pietro. Non allungo il brodo, perché qui si
parla di sport, ma potrei dilungarmi per ore. Cercai in ogni modo di darmi da
fare, per uscire da quella situazione disagevole. Seppi del corso sci e mi
piombai a rapporto dal capitano. Millantando le mie abilità sugli sci (in
realtà avevo partecipato solo alla settimana bianca dell’Isef), insistendo sul
fatto che ero un diplomato Isef, quindi in un certo senso quella partecipazione
mi spettava di diritto, faceva parte delle mie competenze, intenerii Di Pietro
e fui inserito nella ristretta lista dei partenti, mi pare una decina. E fu la salvezza…momentanea!
40-continua
Nessun commento:
Posta un commento