1965:
un anno molto importante nella vicenda della mia passione sportiva. Alcune
tappe significative. La prima: quell’anno mio papà Mario portò me e mio fratello
Guido nella vecchia sede della Società Varesina di Ginnastica e Scherma, in via
Paravicini, pieno centro città. Mio padre, nell’entusiasmo della fine della
guerra, si era ritagliato uno spazio fra le molte ore di lavoro presso la Varesina,
iniziando una tardiva attività ginnica, portata avanti per una decina d’anni.
Per questo pensò di indirizzare anche noi in quello sport, poco praticato
soprattutto dai ragazzi. Ben difficilmente io avrei scelto sbarra, anelli e
cavallo con maniglie, amando già molto vistosamente il giuoco del calcio.
Ricordo un ampio salone buio, polvere e la polvere bianca dei pezzi di magnesia,
una sbarra bassa e il mio primo allenatore: Raimondo Albricci, un tipo secco e
nervoso, che avremo modo di incontrare altre volte in questa storia. In foto: la vecchia Varesina.
3-continua
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