mercoledì 4 maggio 2016

Il mio sport - 62



Sì, ancora dolorante per la maratona di Cesano Boscone, pensavo già alla corsa successiva: 1 gennaio 2000, maratona del Giubileo, Roma (foto)! Ma la pensavo non con intenti agonistici, perché in verità mi stavo già orientando ad altro. Era evidente una cosa. Chi porta a termine una maratona non ne fa un’altra solo per arrivare, vuole migliorare. Ma così facendo la preparazione diventa sempre più onerosa, con ripercussioni soprattutto sul piano fisico: piedi, articolazioni, schiena, tendini. Una conseguenza mi era chiara: se desideravo praticare sport per la salute a lungo, dovevo smetterla con le maratone. Le mie soddisfazioni me le ero prese. Stop. Però la Maratona del Giubileo avrebbe concluso la vicenda, come la ciliegina sulla torta: non mi interessava il tempo, mi interessava esserci. Così mi diedi da fare e riuscii ad ottenere dal settimanale Luce, il mio giornale, di partecipare come inviato, tutto spesato: avrei fatto la cronaca scritta della mia avventura e del clima romano di quell’evento. Ma misi una condizione: non sarei partito, senza la presenza della mia famiglia. Non mi piaceva vivere il passaggio di millennio da solo, a Roma. Carla si rifiutò tassativamente, quindi stracciai il biglietto e rimasi a casa, seguendola alla tele. E’ un piccolo rimpianto, ma alla fine è andata bene così.  


62-continua

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