venerdì 12 febbraio 2016

La mia scrittura - 22



Fine 1990, Roberto Fassi (oggi dirigente scolastico della media Dante di Varese), allora maestro nonché responsabile delle pagine culturali di ‘Luce’ mi mostra un volume, chiedendomi se sarei stato disposto a stendere una recensione. Si trattava di un bel volume sulla castellanza di Velate. Era una delle mie prime recensioni, mi impegnai, uscì in pagina e venne letta dal parroco di Velate, don Adriano Sandri. Non ci conoscevamo, mi disse che aveva in mente un progetto, me lo illustrò e mi chiese se ero disposto a realizzarlo. Si trattava di scrivere un breve volume sulla fede in Velate nel Novecento. L’idea di un nuovo libro, scritto da me, questa volta su commissione, remunerato, mi ingolosì, ma non avevo mai scritto un libro di quel genere. Presi coraggio e accettai la sfida. Nacque così ‘Una presenza mai venuta meno’-Percorsi e storie della fede in Velate nel Novecento, un libro  messo insieme grazie alla lettura delle Cronache parrocchiali e alle interviste agli anziani del paese. Ricordo di aver avuto attimi di scoramento nel maneggiare quel materiale, ma alla fine il libro uscì e venne presentato domenica 9 giugno 1991, a Velate. Quel libretto bianco è stato per me l’inizio dell’amicizia con don Adriano, il primo di un certo numero di libri di quel taglio, brevi saggi di storia locale, ma ha anche messo in luce quello che oggi giudico un mio limite: tenere il piede in molte scarpe. Avrei dovuto fare una scelta, oggi scrivo che avrei dovuto optare per la narrativa, solo per quella, rinunciando a tutto il resto (per ciò che riguarda la scrittura). Leggere e provare con la scrittura creativa, senza fretta di pubblicare, senza la mania del mio nome sulla copertina. Scelta che mi sono ripromesso di attuare più volte da allora in avanti, ma che non ho mai fatto. Argomento che riprenderò in questa storia della mia scrittura. ‘Una presenza mai venuta meno’ mi permetterà di incontrare altre due persone, con le quali avrò modo in seguito di collaborare: Paolo Zanzi (fotografo…), che di quel libro curò l’impostazione grafica, e l’editore Nicolini, che già avevo contattato (inutilmente) per la mia raccolta poetica.

22-continua

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