Ma
Montesanto, dopo il soggiorno varesino, tornò a Roma, quindi continuammo il
nostro dialogo attraverso le lettere, che oggi conservo con cura. La prima è
datata 19 giugno 1993 (foto). Già, su suo suggerimento, avevo cambiato il titolo, da
Il nemico (il diavolo) a L’ultimo nemico (la morte).
“Caro Zanzi, come le
dissi a Varese, ‘L’ultimo nemico’ è degno di pubblicazione, a mio parere.
Innanzi tutto perché lei sa scrivere –e non è poco- poi perché i luoghi sono
dati con grande partecipazione, con poesia voglio dire, poi ancora perché i
personaggi sono convincenti….”
Montesanto
aveva trovato in me un autore che toccava i temi cari anche a lui, sui quali
aveva scritto per decenni. E continua: “…Andando
via via in fondo al lago –cioè alla sua coscienza- il messaggio di questa
storia è chiarissimo, persino dal titolo (e pensare che oggi di messaggi
editori e critici non vogliono sentir parlare!) che è cristiano in modo
assolutamente esplicito. Come il suo autore che mi sembra tutto d’un pezzo,
senza un attimo di perplessità, di disperazione….”
Allora,
benché la mia fede fosse già in fase di ‘rivoluzione’, di analisi e di dubbio,
ero all’inizio di un cammino e la mia storia romanzata – letta dallo scrittore
romano- fa trasparire chiaramente la mia appartenenza cristiana. Poi Gino mi fa
il regalo della correzione: “….Ho segnato
in vari punti il testo. Tenga conto, se crede, delle mie osservazioni e dopo mi
faccia magari sapere qualcosa….Mi dica, per curiosità, quale casa editrice è
disposta a pubblicare testi, sia pure di un certo valore, su la ‘commare
secca’, per dirla paganamente alla romana. Oggi, più che mai, in questo mondo
dissacrato e volgare, la morte guai a nominarla!...”
In
merito alla Casa editrice disposta, bisognerà attendere ancora un po’.
27-continua
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