In
una lettera di risposta alla lettera di Mario Spinella, del marzo 1991, lo
ringraziai per le sue parole di incoraggiamento, consapevole che per me era il
momento di una scelta, di un salto di qualità: per migliorare la scrittura
dovevo dedicare tempo, letture….Ero indeciso, soprattutto aggrovigliato in un
dubbio, che esprimevo in quello scritto a Mario: la solitudine della
riflessione e della scrittura, oppure una testimonianza più attiva, un amore
più concreto? In sintesi: fare lo scrittore era scelta egoistica, oppure era
contemplata nel messaggio evangelico? Questa era una delle mie molte
perplessità, unite al fatto che la famiglia si stava allargando (a novembre 1991 nasceva Caterina), che ero
anzitutto un docente e non potevo certo permettermi di lasciare il lavoro (che
comunque svolgevo volentieri), che stavo vivendo con entusiasmo anche
l’esperienza giornalistica, arrivavano proposte di libri a pagamento, che mi ingolosivano.
Ero preso fra molti fuochi, le giornate erano impegnative, dedicavo alla
scrittura e alla letture le prime ore dell’alba, alla sera alle nove crollavo e
andavo a dormire, per potermi alzare alle 4 di mattina. Devo ringraziare
certamente Carla, che ha compreso il mio vissuto e ha avuto la sua parte di
pazienza. Nel frattempo, oltre a rivedere il romanzo, sentivo il desiderio di
provare con racconti brevi. Uno dei miei primi racconti di poche pagine lo
pubblicai ‘Sul Sagrato’, alla fine del 1990, con il titolo ‘L’uscio socchiuso’
(foto). Qualche altro mio racconto breve degli esordi uscì in una rivista
locale, diretta da Luigi De Zordi, poeta varesino. Nel 1992 tentai l’invio a
qualche casa editrice (Marietti, Gribaudi….) con esito ‘nefasto’. Ebbe poi
inizio anche la sfortunata esperienza con Giorgio Bertella, della Marna. Nel
1989 era nata questa casa editrice cattolica a Barzanò, fra Como e Lecco. Fra i
primi titoli, anche il romanzo del varesino Silvio Raffo, ‘Il lago della
Sfinge’ (che di cattolico aveva ben poco). Piccola casa editrice cattolica, con
un’attenzione privilegiata per la narrativa: cosa potevo aspettarmi di meglio?
Naturalmente contattai subito il Bertella, inviai il romanzo, ricevetti una
risposta ambigua: era un romanzo da sistemare. Incoraggiato comunque, iniziai i
viaggi fra Varese e Barzanò, lavorai a lungo sul computer dell’editore (e fu la
prima volta), nel tentativo di sistemare il lavoro, seguendo le sue
indicazioni. Per farla breve: alla fine compresi che in verità quel romanzo non
era di suo gradimento, che per motivi a me ignoti mi faceva perdere tempo, con
continue rivisitazioni del lavoro, quindi lasciai perdere e salutai Bertella,
che rividi anni dopo a Varese, in occasione del lancio di un libro della Marna.
Siamo così al 1993, anno che mi permise
di fare un incontro importante con un altro scrittore. Dopo Mario Spinella,
ebbi la fortuna di fare amicizia con Gino Montesanto.
25-continua
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