Mi
permetto a questo punto di aprire una parentesi, per descrivere l’evoluzione
della mia scrittura, non come stile, ma come strumenti. E devo dire un grazie
enorme al giornalismo se ho imparato a scrivere direttamente sulla macchina da
scrivere, e poi sul pc. Inizialmente scrivevo sempre prima a mano, poi battevo
a macchina. I tempi del giornalismo mi hanno ‘obbligato’ a scrivere direttamente a macchina, e non è
stato facile. La distanza fra il pensiero e la scrittura a mano è più breve, la
macchina da scrivere aumenta lo spazio, mette una barriera, bisogna farci l’abitudine.
Prima ho imparato con i pezzi giornalistici, poi sono passato a scrivere
direttamente a macchina anche i testi di narrativa. Ci sono scrittori che non
superano mai questa fase. Non che sia necessaria, ma velocizza molto i tempi.
Ad esempio Andrea Vitali scrive ancora prima a mano, con la matita (nemmeno con
la biro), e poi batte sul pc. Decisivo è stato poi l’avvento del notebook, che
ho senz’altro usato già a partire dal libro su Maroni, agli inizi del 1994.
Avevo un meraviglioso notebook Highscreen, simile a quello in foto. Il mio non
funzionava più e qualche anno fa l’ho eliminato. Per uno scrittore il computer
è una vera pacchia, e lo è ancora di più per chi ama anche la fotografia, come
me. Un’altra vita.
37-continua
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