in foto: vetrina della libreria Don Bosco, nel 1994. Qui sopra: il solo sport che praticavo sino al 1995 era portare le mie bimbe in bici
E
dopo tanto ‘correre’ con la biro sul foglio, tanto battere sui tasti della
macchina da scrivere e poi del mio primo notebook, dopo tanto sognare e creare
storie e inviare dattiloscritti agli editori, e sperare e raccogliere gioie e
delusioni, il 1995 –pur con due libri usciti- segnò per me un momento di crisi,
per ciò che riguarda soprattutto la scrittura creativa. Vado a cicli decennali,
e un decennio si era concluso. I motivi? Certamente il poco successo con gli editori (a parte per ‘Papà
a tempo pieno’) e anche i non lusinghieri (per lo meno per ciò che mi
aspettassi) commenti di critici e lettori (il silenzio vale più di mille
parole) contribuirono a farmi perdere coraggio. Il vento dell’entusiasmo iniziale
andava spegnendosi, la famiglia aveva il suo peso (tre figlie) ma anche le sue
gioie, e poi un lavoro come docente che mi coinvolgeva e mi piaceva, fatto sta
che non riuscivo più ad alzarmi la mattina presto per scrivere, e quando ci
riuscivo non era più come un tempo. La pagina restava bianca o con poche frasi
maldestre. L’estate, periodo che mi avrebbe concesso più tempo e spazi per un
nuovo romanzo, mi vedeva fiacco, distratto, poco motivato, forse deluso dopo
tanto correre. Persi entusiasmo, e quando notai che questa disistima stava portandomi
ad una lieve apatia reagii...ma non con la scrittura, bensì recuperando una mia
passione che, con la nascita delle figlie e con la nuova ‘mania’ letteraria
avevo trascurato: lo sport, ovviamente. Non ne praticavo più, a parte andare a
scuola in bicicletta, portate le mie figlie sul seggiolino della bici, e le
camminate in montagna durante l’estate. Partii quindi, con la bici e con la
corsa. Fu una scelta saggia per la mia salute, evitò il montare di una
insidiosa, velata ma fastidiosa depressione, mi regalò aria e un cuore più
vivace. E come dico spesso, come lo dicono in tanti e come ha scritto recentemente
Fabio Ilacqua, mio ex alunno artista-cantautore, ‘il movimento muove le idee’.
43-continua
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