sabato 27 febbraio 2016

La mia scrittura - 43


in foto: vetrina della libreria Don Bosco, nel 1994. Qui sopra: il solo sport che praticavo sino al 1995 era portare le mie bimbe in bici


E dopo tanto ‘correre’ con la biro sul foglio, tanto battere sui tasti della macchina da scrivere e poi del mio primo notebook, dopo tanto sognare e creare storie e inviare dattiloscritti agli editori, e sperare e raccogliere gioie e delusioni, il 1995 –pur con due libri usciti- segnò per me un momento di crisi, per ciò che riguarda soprattutto la scrittura creativa. Vado a cicli decennali, e un decennio si era concluso. I motivi? Certamente  il poco successo con gli editori (a parte per ‘Papà a tempo pieno’) e anche i non lusinghieri (per lo meno per ciò che mi aspettassi) commenti di critici e lettori (il silenzio vale più di mille parole) contribuirono a farmi perdere coraggio. Il vento dell’entusiasmo iniziale andava spegnendosi, la famiglia aveva il suo peso (tre figlie) ma anche le sue gioie, e poi un lavoro come docente che mi coinvolgeva e mi piaceva, fatto sta che non riuscivo più ad alzarmi la mattina presto per scrivere, e quando ci riuscivo non era più come un tempo. La pagina restava bianca o con poche frasi maldestre. L’estate, periodo che mi avrebbe concesso più tempo e spazi per un nuovo romanzo, mi vedeva fiacco, distratto, poco motivato, forse deluso dopo tanto correre. Persi entusiasmo, e quando notai che questa disistima stava portandomi ad una lieve apatia reagii...ma non con la scrittura, bensì recuperando una mia passione che, con la nascita delle figlie e con la nuova ‘mania’ letteraria avevo trascurato: lo sport, ovviamente. Non ne praticavo più, a parte andare a scuola in bicicletta, portate le mie figlie sul seggiolino della bici, e le camminate in montagna durante l’estate. Partii quindi, con la bici e con la corsa. Fu una scelta saggia per la mia salute, evitò il montare di una insidiosa, velata ma fastidiosa depressione, mi regalò aria e un cuore più vivace. E come dico spesso, come lo dicono in tanti e come ha scritto recentemente Fabio Ilacqua, mio ex alunno artista-cantautore, ‘il movimento muove le idee’.


43-continua

Nessun commento:

Posta un commento