Ho
scritto ‘Luzine’ ancora a mano, su vecchie agende. Questo nuovo romanzo segna
la fine della mia abitudine di scrivere solo al mattino. Mi alzavo sempre
presto ma dopo un po’ il sonno aveva la meglio, così me ne tornavo a letto. Ho
così imparato a sfruttare altri momenti della giornata, a casa ma soprattutto
fuori casa: in un’aula scolastica, nelle chiese. Ricordo che salivo spesso
nella piccola chiesa di Fogliaro, dove si erano sposati i miei genitori nel
luglio del 1953. Il primo dattiloscritto di Luzine è ancora battuto a macchina
da scrivere. Per la prima volta scelsi sia la prima che la terza persona, alternandole
nella narrazione. Mi era molto piaciuto ‘Lo scherzo’, di Milan Kundera, e avevo
preso spunto da quel romanzo. Terminato il lavoro, convinto che fosse un buon
lavoro e che l’argomento fosse d’attualità, lo inviai ad alcune case editrici
nazionali, persino a Mondadori, e lo feci leggere sia a Mario Spinella che a
Gino Montesanto. Mario ebbe un parere più che lusinghiero, ravvisando un
notevole miglioramento nella mia scrittura. Con mia sorpresa, invece, Gino non
lo troncò ma quasi, rimproverandomi l’eccesso di personaggi, il passaggio
troppo agevole fra la prima e la terza persona…..Lo giudicò un lavoro affrettato,
non ‘masticato’ come L’ultimo nemico. In
effetti non era stato sottoposto ad un lungo lavoro di revisione, mi pareva di
aver raggiunto già una certa pratica, evitando gli errori del principiante già
nella prima stesura. Le Case Editrici contattate non furono generose con il mio
lavoro. Non mi persi d’animo e lo lasciai decantare un po’.
40-continua
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