Mario
Spinella è stato importante per me, in quella prima fase della scrittura
(superata la fase dell’esaltazione irrazionale) che mi vedeva indeciso,
bisognoso di un parere sincero, di qualità, espresso da un tecnico del settore,
non da un amico, per il quale rimaneva comunque il sospetto di un parere
falsato. Per la verità anche con Mario il sospetto c’era, perché ero diventato
amico della sorella Renata Spinella, poetessa che viveva, sola, a Varese.
Andavo spesso a trovarla, quindi per Mario, impegnato a Milano, come il
fratello Tullio, poteva far comodo questo amico varesino di Renata. Ma mi ero fatto
l’idea che l’onestà intellettuale di Mario non mi facesse correre questo
rischio. Spinella era un pezzo da novanta della cultura di sinistra, un intellettuale
comunista ai vertici a Milano, laureato alla Normale di Pisa, tessera PCI dal
1943, partigiano, responsabile politico di divisione, scrittore, giornalista, segretario
di Palmiro Togliatti, nel direttivo della ‘Casa della Cultura’, fiore
all’occhiello della sinistra milanese. Autore di saggi e romanzi, si ricorda
fra gli altri per ‘Memoria della Resistenza’, libro che mi regalò e autografò
il 24 ottobre 1989. Fui sollecito a regalargli ‘La Comune di Barbara’, che
lesse e giudicò un buon lavoro, incoraggiandomi a continuare. Pensai a lui
quando si trattò di far leggere il testo del mio nuovo romanzo, che avevo
intitolato ‘Il nemico’, cioè satana. Il
6 febbraio del 1990 Mario esprimeva il suo parere, positivo, soprattutto nel
paragone con il primo lavoro.’….La Comune
di Barbara mi aveva tuttavia lasciato una certa perplessità, per quello che
definirei un eccesso di buoni sentimenti, una visione sostanzialmente idilliaca
della vita….Ma ciò che più mi preme dirle è che ho l’impressione che Il nemico
rappresenti un grosso passo avanti rispetto al romanzo precedente. E da vari
punti di vista….Penso, perciò, che il suo manoscritto abbia tutti i titoli per
poter interessare un editore. E mi permetto di suggerirle di inviarlo a
Raffaele Crovi, edizioni Camunia…’ Mario mi consigliava di leggere molto,
soprattutto Manzoni, Nievo, Verga, Svevo, Vittorini. Ma i contatti con Crovi e
altri editori non furono positivi, né la partecipazione al Premio Mont Blanc,
quindi rividi una prima volta il testo e lo riproposi a Spinella, che fu così
gentile da rispondermi, in una bella lettera del 7 febbraio 1991 (foto).
Sostanzialmente elogia il mio lavoro di ripulitura, ma ‘…Nel dirle questo, e nel confermare la mia opinione positiva sul suo
talento di narratore, non posso tuttavia non aggiungere che a innalzare il suo
lavoro a una più alta qualità letteraria fa ancora difetto, a mio parere, una
scrittura, uno stile, come si diceva una volta, non sufficientemente elaborata
e filtrata entro il crivello della grande tradizione della prosa italiana….Mi
perdoni la mia schiettezza; ma prenda sul serio la qualità, e le promesse, che
già trovo nei suoi lavori. Il resto verrà, con pazienza, dipanando il lungo
filo dei nostri grandi, raccogliendo la loro inestimabile eredità, e facendola
sua…’
24-continua
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