sabato 7 maggio 2016

Il mio sport - 69



Il programma era chiaro: avrei vissuto i miei primi triathlon con nuoto a giugno, all’inizio un triathlon sprint a Lecco, alla fine di giugno il prestigioso Triathlon olimpico di Bardolino, sul lago di Garda. Col nuoto mi preparai in piscina, nuotavo i 1500 metri sempre più veloce, raggiungendo anche i 38’ (per me un tempo super), in bici andavo soprattutto in mtb sulla rizzada delle Cappelle o al Campo dei Fiori. E arrivò domenica 3 giugno 2001, data dal mio primo triathlon sprint, cioè la metà di un ‘olimpico’: 750 metri di nuoto, 20 km di bici e 5 km di corsa. Partii da Varese verso Lecco da solo, il cielo era coperto, verso mezzogiorno si scatenò un violento temporale proprio mentre eravamo pronti per tuffarci nel lago di Como, versante di Renzo e Lucia. Il Lario, già un po’ mosso, si infuriò agitato dal vento, cominciai a tremare, soprattutto di paura. ‘Certamente lo rinvieranno’ pensai, ma così non fu. Verso le 12.50 il temporale stava cessando ma ancora pioveva, il vento fischiava e il lago era assai agitato. Venne dato il via. Ero in piedi sul molo, indeciso sul da farsi: non era forse da pazzi buttarsi in acqua? Con tuoni e fulmini ancora in corso? Ma nessuno si faceva scrupoli e tutti i concorrenti si tuffavano. Sarei stati io il solo reticente? Guidato dal coraggio degli altri, mi tuffai. Nonostante la muta, l’acqua mi parve gelida, cominciai a tremare e cercai di mettermi quieto, iniziando il nuoto a stile libero. Per solito dopo qualche minuto prendevo il ritmo, la respirazione si allineava col movimento delle braccia e non avevo più problemi. In quel caso ciò non mi riuscì, e entrai in panico. Mi girai e cominciai a nuotare a dorso, poi un po’ a stile ma non riuscivo, mi fermai, ripartii a  dorso. La vista delle barche di salvataggio mi rincuorò ma non ero affatto tranquillo e avevo freddo. Raggiunsi comunque la prima boa e svoltai a sinistra. Iniziava un lungo tratto dritto, sino alla seconda boa, che non vedevo. Nuotavo a fatica, ero agitato. Ad un certo punto vidi alla mia sinistra la fila dei nuotatori che, dopo aver passato anche la seconda boa, stavano dirigendosi verso il traguardo della frazione a nuoto. Noi passavano vicinissimi a loro e non lontani dalla riva. Più o meno cosciente, girai verso di loro e raggiunsi gli scogli. Uscii dall’acqua e presi fiato. A quel punto avrei dovuto ritirarmi, ma la zona della partenza-arrivo era lontana. Pensai: ‘Ora mi accodo a questi che stanno rientrando, mi squalificheranno, pazienza..’ Così mi unii ai concorrenti che avevano passato la boa. Giunsi al traguardo pensando che mi avrebbero fermato, per gara irregolare. Ma così non avvenne, tutti che dicevano: “Avanti, via, prendere le bici..” e così feci anch’io. Salii in bici, aveva smesso di piovere e stava uscendo il sole. Sapendo che mi avrebbero squalificato all’arrivo, pensai di godermi comunque la gara, di portarla a termine. In bici andai non male, poi i 5 km a piedi furono molto gradevoli. Finii in 1 ora, 23’59”, naturalmente un cronometraggio falsato, data l’irregolarità della frazione a nuoto. Nessuno mi squalificò, venni comunque classificato. Scattai una foto all’arrivo, dalla quale si nota il lago ancora mosso. Il ghiaccio era rotto. Un finale non proprio decoroso: mi sarei rifatto a Bardolino!  

69-continua

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