venerdì 10 marzo 2017

Ines & Mario story - 13



Il 26 febbraio del 1922 nasceva, sempre a S.Ambrogio Olona, l’ultimo fratello di mio padre, Giuseppe detto Pinìn. Anche lui basso di statura ma un po’ più robusto di Francesco, Giuseppe svolte varie mansioni lavorative. Lo ricordo, da ultimo, come operaio tuttofare al Comune di Varese. Ma lui amava soprattutto la natura, i boschi, l’orto da coltivare. E amava la caccia ai funghi. In ciò probabilmente gareggiava col fratello Francesco. Si sposò con Elena Gallina, una veneta giunta a Varese per lavoro. Nacque mio cugino Gianni (grande promessa del pallone) e Mario, morto alla nascita. Il 2 giugno del 1965 lo zio Pinìn fu mio padrino alla Cresima (foto). Lo ricordo nella sua casa in alto alla ‘corta’, poi all’inizio di viale Aguggiari e infine in via Rossetti, vicino alla scuola elementare ‘Canetta’ di S.Ambrogio. Ricordo le ‘litigate’ bonarie fra lui e la moglie Elena, un po’ in italiano, un po’ in dialetto bosino e un po’ in dialetto veneto. La zia Elena era una donna molto loquace ma lo zio Pinìn non era lo zio Carletto, cioè rispondeva per le rime, e allora le discussioni erano molto accese. Il Pinìn era, a suo modo, un artista naif, un vero cesellatore di pezzi di legno. Andava nei boschi a recuperare gli ‘sciùch’ e li modellava, ottenendo piccoli capolavori, soprattutto se si trattava di riprodurre i suoi amati porcini (foto). E’ morto all’inizio di ottobre del 2010. Era un personaggio incurante dei dolori fisici. Più volte operato anche in giovane età, reagiva sempre come una forza della natura, sottostimando la gravità dei suoi mali e buttandosi nella vita, all’aria aperta, nel lavoro, nelle sue passioni.   

13-continua

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