Purtroppo
con la mia nascita ebbe inizio un periodo non proprio felicissimo per la mia
famiglia, che andò accentuandosi in quel finire degli anni Cinquanta-inizi
Sessanta, anni duri, che misero alla prova le fondamenta. Scrive mamma Ines:
Purtroppo però cominciarono per me
alcuni guai di salute; fui colpita da una dolorosissima forma di sinusite,
iniziata in gravidanza ma che si ripeteva ad ogni cambio di stagione. Anche
Mario fu tormentato, in questo periodo, da una forma molto dolorosa di
foruncolosi e soffrì parecchio. Nel frattempo la famiglia presentava le sue
esigenze e non c’era da scherzare. Anche i bambini avevano i loro inconvenienti
e bisognava, voglia sì voglia no, curarli. Era l’autunno del 1958 quando, come
un fulmine a ciel sereno, mi accorsi del terzo arrivo. Fisicamente non stavo
bene e accusavo disturbi svariati anche se non ben definiti. Era l’esaurimento
che si preannunciava insieme alla terza gravidanza. Trascorsi veramente un
brutto periodo nell’attesa e nella speranza che con la nascita del figlio tutto
sarebbe sparito. Nacque infatti Marco, ma i miei disturbi si aggravarono. Fu
veramente la prima grande botta per me e per la mia giovane famigliola. La mia
forma di malattia fu definita depressione ansiogena e mi portò anche in
ospedale per un mese di cure e riposo. La mia situazione fisica non migliorava
neppure con le cure e quel mio caro Mario non sapeva proprio più cosa fare sia
per me che per i figli. C’era anche mia madre che nella sua vecchiaia non
riusciva a capire bene cosa stava succedendo, abituata com’era ad avere me al
suo fianco vispa e allegra…’
Anni
veramente duri. Ecco in foto Ines, Mario, Guido e Carlo ancora in un momento
sereno. E poi Marco con la mamma, a Villa Mirabello. Posso solo lontanamente
immaginare le preoccupazione e i patimenti di mia mamma e di mio padre, con tre
figli, una donna anziana, un lavoro pesante (da Marcolini certamente non ci si
riposava) e una malattia davvero tosta come la depressione. Andò in cura anche
dal professor Edoardo Balduzzi, classe 1920, in quegli anni agli inizi della
sua brillante carriera di psichiatra. Alla fine degli anni Cinquanta, su all’Ospedale
psichiatrico di viale Borri, si praticava ancora l’elettroshock, una terapia
molto discussa: mamma Ines fu sottoposta anche a quella cura, ma i benefici non
arrivavano. Di quegli anni ho qualche ricordo dell’asilo: io e Guido eravamo i
primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via. Del resto come faceva mio padre,
in quelle condizioni, a non ‘sfruttare’ il tempo pieno dell’asilo ‘Veratti’ di
via Como?
44-continua
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