Torno
agli Zanzi e alla vita a Sant'Ambrogio negli anni Venti-Trenta, quando mio papà
era piccolo. Ma immagino che anche dai Ravasi non fosse molto diversa la scena:
“Non avevamo l’acqua corrente in casa”
ricorda papà Mario. “Pozzo fuori, per lavare le donne andavano al lavatoio, che
era in via Mulini Grassi, dove oggi c’è Oldani Pompe Funebri. In casa due
secchi, uno per bere e uno per altri usi. Quando il secchio cadeva nel pozzo
c’era uno strumento che serviva per riagganciarlo e riportarlo su. Si teneva molto alla camera da letto, sempre
in ordine, lenzuola pulite, una gran fatica per lavarle e stirarle col ferro a carbonella
che sporcava tutto, camera pulita, con l’acqua nella brocca e il catino, si
diceva che se veniva il dottore ci doveva essere tutto in ordine.
Per cucinare
avevamo la cucina economica, con la caldaia, tre piastre con i cerchi che si
toglievano, per poter cuocere col fuoco vivo che sporcava tutte le pentole, si
pulivano solo dentro, fuori erano nere. La cucina economica aveva sempre il
forno caldo, acqua calda. Poi c’era un piccolo fuoco a spirito, per far
scaldare piccole quantità e poi un piccolo fuoco a petrolio, si soffiava per
alimentarlo con una pompetta, c’era sempre odore di petrolio in giro, lo usava
mia nonna Celestina per prepararsi la minestra, e mi diceva di fermarmi a cena
e mio dava riso e erburìn, che mi piaceva moltissimo. Poi c’era il camino che
non scaldava molto la casa, il calore andava verso l’alto, anche lì si metteva
cibo a scaldare o a cuocere ma non era molto efficace. Mia nonna Celestina era
un’ottima cuoca, curava bene il cibo, era stata a servizio dai Toeplitz.”
7-continua
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