Ma
ora lasciamo stare un attimo gli Zanzi e attacchiamo con i Ravasi. Mia mamma e
mio padre si spinsero un giorno sino a Cassano d’Adda, alla ricerca delle
origini della famiglia Ravasi, ma trovarono un archivio parrocchiale con
documenti limitati, causa un incendio che, anni prima, aveva deturpato i libri.
Ciò che si sa è che il nostro ceppo Ravasi arriva dalla sponda dell’Adda, si ha
notizia di un certo Battista Zanzi (siamo agli inizi dell’Ottocento) che sposò
tal Luigia Sala. Ebbero senz’altro un figlio maschio, Giovanni Ravasi, nato a
Vimercate nel 1837, minatore, che sposò Rosa Zonda. Sono loro i miei bisnonni
materni, da loro nacque, il 3 maggio del 1878, a Bizzozero, Giovan Battista
Croce Ravasi, mio nonno, di professione calzolaio. Lavorò al Calzaturificio di
Varese, poi tentò l’avventura elvetica, aprendo bottega a Lugano, e gli affari
andavano anche bene (così almeno ricorda mio padre), ma la pressione alta lo
convinse a tornare a Varese: il suo fisico non sopportava l’aria di lago. Probabilmente
tornò al Calzaturificio di Varese, dove lavorava come cucitrice di tomaie Maria
Angela Cova, di Masnago. Fu amore e matrimonio. Mio nonno Battista, alto e
dagli occhi chiari, suonava la tromba: suonò nelle bande di Lugano e di Varese.
Arriva forse da lui l’amore per la musica dei Ravasi, che ha ‘infettato’ anche
me, ma più ancora i miei fratelli. Ecco allora nonno Battista, giovane
musicista, e mia nonna Maria Angela, il giorno del matrimonio di mia mamma,
luglio 1953.
5-continua
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