Il
22 luglio del 1911 nasceva Bruno, primo fratello di mia mamma. Su di
lui ho scritto un libro, potrei dilungarmi ma preferisco poche parole, per dire
che, degli Zanzi-Ravasi, è senza dubbio il personaggio più noto a Varese. Architetto,
artista, appassionato della sua città natale, attento osservatore e severo
critico delle scelte urbanistiche dell’epoca fascista e del dopoguerra, mio zio
Bruno era assai severo con se stesso, poco incline al compromesso, esigente,
amante delle cose ben fatte. Conobbe in tempo di guerra, in Sardegna, Ina
Murineddu e la sposò. Da loro matrimonio nacque, il 15 dicembre del 1950, mio
cugino Giovanni. Molti segni della sua presenza ha lasciato lo zio Bruno in
città, ma uno su tutti: il restauro della chiesetta di Santo Stefano a
Bizzozero. Ma qui preferisco stare sui ricordi personali. Fu probabilmente lui
a portarmi al cinema a vedere Biancaneve. Negli anni Sessanta-Settanta veniva
spesso a casa nostra, a volte si fermava
a cena, noi suoi nipoti gli chiedevamo di farci qualche schizzo, e una sera
fece i nostri ritratti: il mio lo conservo con grande affetto (vedi foto). Dei
bellissimi disegni a carboncino delle cappelle del Sacro Monte, donati dal
figlio alla città, purtroppo stanno in qualche magazzino del nostro Comune.
Meriterebbero uno spazio in mostra permanente. Ho pochi ricordi di mia zia Ina:
veniva di rado, ricordo però alcuni regali preziosi che fece a noi ragazzi. Aveva solo 67 anni quando, per problemi
cardiaci, mio zio Bruno morì prematuramente. La città gli ha dedicato due
mostre, un libro, alcune iniziative, in parte organizzate dal Liceo Artistico ‘Frattini’
di Varese.
15-continua
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