Faccio un
veloce salto all’indietro, perché ho avuto altri aneddoti riguardanti mio nonno
Battista e mio zio Mario, che meritano l’inciso. Dunque, intanto ripubblico la
foto del cav. Morbelli, scattata fra la Prime e la Seconda Guerra Mondiale,
della banda della Società di Mutuo Soccorso dei Militari in congedo di Varese,
perché ho individuato con certezza mio nonno Battista, il quarto da sinistra in
piedi, trombone cantabile. E poi
ripubblico la foto di Mario, fratello di mia mamma, quando intorno ai
dieci-quindici anni decise di entrare in seminario. Oggi ho saputo che a
invogliarlo, a scaldare il suo animo religioso fu Mons. Carlo Sonzini, per il
quale è in corso la causa di beatificazione. Io, che ho scritto sul settimanale
Luce (fondato dal Sonzini) ci tengo particolarmente a questo ricordo. Il
sacerdote passava spesso da via san Martino, dove mio nonno Battista aveva il
negozio e l’abitazione. Si vede che avrà incontrato il piccolo Mario,
accendendolo di passione per la tonaca. Mia nonna Angela non era affatto
contenta di quella scelta, se la prendeva con Mons. Sonzini, sottolineando che
conosceva bene suo figlio e sapeva che non aveva un carattere adatto a
diventare prete. Fatto sta che lo minacciò (naturalmente in dialetto): ‘Se vai
in seminario, non mi vedrai mai a trovarti!’ E così fece. Mario passò un paio d’anni
a Seveso, dove regnava un regime austero, il cibo era scarso e se non
provvedevano i familiari ad integrare, con visite domenicali, si faceva la
fame. E così papà Battista prendeva il treno per Seveso, da solo. Mario si
ammalò, soffriva di emorragie, forse a causa della penuria di cibo, così mollò
l’abito e fece altro. Fra le varie attività di un personaggio che amava il
commercio e i rischi, ci fu anche la proposta fatta ai suoi genitori di
rilevare il negozio di calzolaio di via Ugo Foscolo, promettendo che li avrebbe
mantenuti con una quota fissa mensile (questo ricorda mio padre). Del resto
Angela e Battista erano anziani e non più in salute, ma avrebbero potuto
vendere il locale e la licenza. Accontentarono il figlio. Mio zio Mario organizzò
con un socio un negozio di generi alimentari, ma gli affari non andarono bene,
si indebitò e fu costretto a chiudere bottega.
45-continua
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