E
allora vediamo più in dettaglio queste nozze. Al ricordarle mi commuovo. 25
luglio 1953, era un sabato, meteo super. La giornata dei miei genitori iniziò
alle sei del mattino, con la Messa nella chiesetta dell’orfanotrofio di via
Bernardino Luini. Allora il matrimonio non era inserito nella liturgia
eucaristica, quindi chi voleva la Messa doveva sentirla a parte. E così fecero
Mario e Ines, che distribuirono i confetti agli orfanelli. Alle nove e trenta
il matrimonio, nella chiesina di San Giuseppe a Fogliaro. Di per sé avrebbero
dovuto sposarsi nella basilica di San Vittore, essendo la sposa di Varese
centro, ma la Ines amava quella chiesetta. Da San Vittore arrivò il celebrante,
don Carlo Visconti, amico di famiglia, ma era presente anche il sacerdote di
Fogliaro, don Carlo Tonetti. Testimoni i compagni di ginnastica dello sposo,
gli amici Giampaolo Gariboldi (morirà a soli 33 anni) e Benito Giroldi.
Presenti
i genitori della Ines, Battista e Angela, già anziani e malati. Eccoli in foto.
La cerimonia in chiesa fu breve. Poi il rinfresco nel giardino della Villa di
fianco alla chiesetta, che era diventata una scuola, villa che aveva come
custodi la sorella del Mario, Lina, e suo marito Emilio detto Baiùn. Presenti quasi tutti i parenti, ecco in foto
Mario, fratello della sposa, con la moglie Luisa e i figli Graziella e Dario. Si
noterà l’assenza dell’altro fratello Bruno. Perché? Stando ai ricordi di mio
padre, già le cose non andavano molto bene fra Bruno e la moglie Ina, che aveva
le sue idee. Pare se la fosse presa anzitutto perché la Ines non aveva sposato
un suo fratello, e poi perché non aveva ricevuto i confetti personalmente dagli
sposi, ma le erano stati recapitati al mare, dove si trovava col figlio
Giovanni. Indispettita per la mancanza di riguardo, pare avesse impedito anche
al marito di presenziare al matrimonio e Bruno (probabilmente per il quieto
vivere) obbedì, trovando come scusa il fatto che non aveva a disposizione abiti
adatti. Questo ricorda mio padre. Di certo Bruno non era presente. I miei
genitori in verità avevano fretta di partire per il viaggio di nozze, non toccarono
cibo, furono accompagnati in taxi a casa, cambiarono abito, presero la valigia
e partirono, dalla stazione delle Ferrovie Nord, verso Milano, piazza Castello.
Giunti sul treno, nel primo pomeriggio, si resero conto che non avevano toccato
cibo ed erano affamati. Mio padre ordinò un paio di cestini da viaggio e i due
novelli sposi, ridendo come bambini per ogni stupidaggine, consumarono il loro
primo pranzo da sposi, fra Varese e Milano. Arrivarono poi a Bolzano in autobus,
cambiarono bus, uno più piccolo li portò ad Ortisei, dove pernottarono in
albergo, prima di raggiungere l’Alpe di Siusi.
40-continua
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