Proseguiamo,
grazie al diario di mia mamma, dal 1954:
‘Continuò così la nostra vita
coniugale, ricca di bene e di lavoro intenso. Io, oltre alla casa, continuavo
nell’insegnamento sia privato che a scuola, ed ero pianista in una scuola di
danza. Di tempo veramente non ne avevo da perdere. La salute, grazie a Dio, era
buona...’
Ecco, in
foto, mamma Ines come docente di musica alle Industriali di Saronno, e come
pianista alla scuola di ballo varesina, diretta da Bruna Brunati. Rispetto a
questa scuola di danza, ho dei ricordi personali. Eravamo alle elementari, Guido
ed io, mia mamma non lavorava più dalla Brunati ma aveva mantenuto buoni
rapporti e una o due volte l’anno la ex ballerina si faceva viva, per proporci
la pubblicità della sua scuola. Andavamo nei negozi di Varese, a distribuire le
locandine di questa scuola.
Continua il
diario: ‘Aveva 14 mesi Guido quando si
annunciò un nuovo arrivo. Anche questo lo accettammo con gioia, anche se un po’
perplessi. Nacque Carlo, il nostro secondogenito, anch’egli pieno di vita e
meraviglioso…’
Ecco il mio
arrivo, che creò qualche perplessità a Ines e Mario, dato che le giornate
cominciavano a farsi troppo intense. Mio papà ricorda spesso che, con me,
cambiarono i metodi educativi rispetto ai neonati: con Guido ad ogni minimo
accenno di protesta, i giovani genitori accorrevano. Con me dissero: ‘Non
commettiamo quell’errore: quando ha mangiato, è cambiato è a posto. Non
stiamogli troppo addosso.’ Papà Mario sostiene che fossi piuttosto docile, che
me ne stavo tranquillo in culla, con gli occhi aperti, ad osservarmi le manine.
Forse imparai in fretta che non era il caso di protestare, di far valere le
proprie ragioni, e che la pazienza fosse bagaglio indispensabile, per non
penare troppo nella vita.
43-continua
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