Lette le
avventure belliche di mio padre, ecco ora quelle di mia mamma Ines, prese dal
suo diario:
‘La guerra intanto era arrivata all’ultimo
atto tragico; non si poteva più dormire di notte per gli allarmi, non si trovava
cibo e altre tristi cose. Mia madre si ammalò ed ebbe bisogno di riposo, per
cui si decise lo sfollamento a Cunardo. Cominciò così, con mio padre, la mia
prima esperienza come pendolare. Fortunatamente la mia salute era buona e non
mancava l’incoscienza dei sedici anni, per cui tutto ciò che ti circondava lo
prendevi quasi come un gioco. A Cunardo, per esempio, feci nuove amicizie con
ragazze coetanee; feci la mia prima esperienza, come insegnante di pianoforte,
con una di esse, la Renata. Seguìi con entusiasmo mia cognata Luisa, divenuta
ostetrica condotta, ogniqualvolta si verificava una nascita. E fu di questo
periodo il grande desiderio di diventare io stessa ostetrica; i bambini appena
nati mi affascinavano, era sempre un dono meraviglioso che giungeva sulla
terra. Questa fu la mia prima considerazione sul mistero del creato; sentivo
ormai dentro di me qualcosa di nuovo, forse da quel momento e da quella
esperienza mi sentìi più matura e seria nell’affrontare la vita; la monella se
ne andava e la donna si faceva avanti. La guerra terminò, si lasciò Cunardo e
si ritornò a Varese, pronti a risistemare la casa rimasta in quel periodo nelle
mani di altri sfollarti provenienti da Milano…’
Ecco in foto
mia mamma con l’amica Renata, e con la cognata Luisa.
26-continua
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